Il mercato finanziario e tutti gli attori che ne fanno parte sono soggetti a leggi, sia civili che penali. In questo settore i crimini hanno un impatto negativo diretto o indiretto su moltissimi elementi della società, dalla finanza pubblica sino ai mercati di Borsa nazionali ed internazionali. Degni di nota sono soprattutto i possibili impatti indiretti, più insidiosi.
Un esempio di impatto indiretto può essere un gruppo risparmiatori che perdono la propria fiducia dopo essere venuti a conoscenza di uno scandalo bancario, con l’istituto che li perderà come clienti. Questo si traduce in un danno che può estendersi a macchia d’olio , se quest’ultimi non si fidano, non investiranno e di conseguenza le banche non finanzieranno i settori in deficit né concederanno prestiti, così anche l’economia reale ne risentirà.
Panoramica dei crimini finanziari
I reati finanziari sono numerosi e complessi tanto da non poter fare una esaustiva elencazione e spiegazione di ognuno di essi. Norme civilistiche in tema finanziario sono contenute nel libro V dagli articoli 2622 e ss. aggiornate con D. Lgs 38/2017, qui sono definiti reati come False comunicazioni societarie e Aggiotaggio ed operazioni in pregiudizio dei creditori.
In ambito penale c’è un comparto di norme nella sezione Delitti contro l’economia pubblica, l’industria e il commercio. Qui ci sono reati come l’Usura, il Riciclaggio e la Truffa aggravata. Con gli aggiornamenti del 2018 sono state introdotte maggiori tutele per le carte di credito\debito e per il trasferimento fraudolento di valori.
Delle norme contenute nel testo unico della finanza e nel testo unico bancario, nel primo di grande rilievo c’è l’abuso di informazioni privilegiate (insider trading), Manipolazione di mercato, Ostacolo alle funzioni di vigilanza, Falso in prospetto, irregolarità nell’acquisto di azioni, Gestione infedele e l’Anatocismo.
Caratteristiche comuni
I cosiddetti reati dei colletti bianchi sono caratterizzati dal fatto che spesso i principali accusati di questi crimini sono alti dirigenti, amministratori o comunque soggetti con ruoli di prestigio. Nella Storia, in casi anche molto eclatanti, questo fatto è spesso stato poco percepito. In situazioni come la crisi dei mutui sub-prime del 2008, infatti, né gli amministratori delle banche nè gli apici delle società di rating subirono processi con forte seguito mediatico o peso dato da parte dell’opinione pubblica o con particolare severità da parte della magistratura nelle condanne.
A gennaio 2019 tre dirigenti di Credit Suisse sono finiti in carcere per aver incassato mazzette per un finanziamento di 2 miliardi in Mozambico, diretto a creare infrastrutture marittime, che si era invece rivelato essere diretto all’acquisto di navi militari. La mazzetta ammontava a 200 milioni e l’accusa rivolta ai dirigenti è stata solo per il reato di truffa.
Le sanzioni
A reati come quelli finanziari, che coinvolgono molti interessi ed alte somme di denaro, sono correlate sanzioni non di poco peso. In Italia per la manipolazione di mercato, con diffusione di false notizie o documenti, la sanzione pecuniaria va dai 20 mila ai 5 milioni di euro, con la reclusione da un anno fino a 6 anni.
Per i reati di insider trading, ovvero l’uso di informazioni privilegiate non pubbliche, la soglia pecuniaria si abbassa ad un tetto massimo di 3 milioni ma sono previsti sempre fino a 6 anni di carcere con un minimo di uno. Vanno poi considerate le varie pene accessorie, come l’interdizione dai pubblici uffici, dall’esercizio di arti e professioni, nonché il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione. Restano in molti casi reati difficili da provare, per tale ragione la legge prevede che sia sufficiente il tentativo all’atto e non il compimento per essere accettabili come capo d’accusa.