La dinastia, gli inizi
I Rothschild, che prendono il loro nome dallo “scudo rosso” simbolo della casata, si imposero come dinastia dominante a partire dalla seconda metà del diciottesimo secolo. Nel 1744, nel ghetto ebraico di Francoforte, nacque Mayer Amschel Rothschild. Acquisendo prestigio e popolarità grazie alla produzione e al commercio di monete preziose, il capostipite della famiglia diventa ben presto ebreo di corte presso il Principe Guglielmo d’Assia. Questa posizione gli permise di amministrare le fortune del nobile, ma anche di fornirgli servizi finanziari, quali ad esempio l’erogazione di prestiti.
È in particolare dall’abilità con i prestiti venne il successo del banchiere di corte, rendendolo sempre più legato al Principe. Mayer Amschel Rothschild divenne il principale creditore di Guglielmo D’Assia. Durante l’esilio del sovrano a causa dell’occupazione napoleonica il banchiere lo sostenne, garantendogli i fondi necessari al sostentamento delle milizie mercenarie.
Il capostipite dei Rothschild pose i suoi cinque figli a Londra, Parigi, Amsterdam, Vienna e Napoli tessendo una rete bancaria familiare in grado di dominare la finanza europea.
La scalata al successo
Fu il ramo inglese della famiglia, più degli altri, che incise il nome dei Rothschild nella Storia. Nathan Mayer Rothschild nacque nel 1777 a Francoforte, nello stesso ghetto ebraico che diede i natali al padre. Nathan, compiuti i 22 anni, si trasferì nel nord dell’Inghilterra. Il giovane Rothschild acquistò tessuti per poi rivenderli in Germania, generando così i suoi primi risparmi. È solo a partire dal 1811 che iniziò a dedicarsi all’attività bancaria, in conseguenza anche dello spostamento a Londra. L’Europa era all’epoca teatro dello scontro tra le forze napoleoniche e la sesta coalizione, formata da Impero russo, Impero austriaco, Prussia e Gran Bretagna. Un conflitto bellico richiede fondi e finanziamenti ed è proprio qui che si inserì Nathan Mayer Rothschild.
Lo Stato inglese si sosteneva finanziariamente emettendo titoli obbligazionari. Tuttavia, in tempi di guerra era fondamentale saper trasformare la moneta cartacea raccolta sul mercato in riserve auree, ovvero una moneta universalmente accettata. Nathan Mayer Rothschild venne così ingaggiato dall’Inghilterra con l’arduo compito di raccogliere la massima quantità possibile di monete d’oro e d’argento nel continente europeo, scavalcando il blocco imposto dall’Imperatore francese. Si trattava, nei fatti, di una forma di contrabbando. In 5 mesi Nathan fece pervenire all’Inghilterra 1,2 miliardi di sterline in oro e argento.
La sconfitta di Waterloo
Quella di Rothschild fu una vera impresa, tanto che il ministro degli esteri, Lord Castlereagh, dirà: «Non so che cosa avremmo fatto senza di lui». Napoleone venne sconfitto a Lipsia ma il suo esilio all’Elba durò meno di un anno. Nell’imminenza di una nuova corsa alle armi e di un conflitto che si prospettava essere sanguinoso e duraturo, Nathan si mise di nuovo al lavoro per acquistare numerose quantità d’oro e argento.
Il ritorno al potere di Napoleone durò solo 100 giorni, con la definitiva caduta a Waterloo il 18 giugno 1815. Per Nathan Mayer, che in pratica aveva investito su una guerra duratura, ciò significava ingenti perdite. Il prezzo dell’oro, che era aumentato vertiginosamente durante la guerra, cominciò a calare, provocando una sensibile perdita del suo valore netto da parte dei proprietari.
Le contromisure
Rothschild non si diede per vinto e decise di prendersi un ulteriore rischio: comprò titoli del Tesoro inglese nella prospettiva che, conclusa la guerra, l’indebitamento pubblico sarebbe sceso ed il prezzo dei titoli avrebbe subito un’impennata al rialzo. Cominciò a vendere solo a metà del 1817, con il valore delle obbligazioni aumentato del 40%, generando un guadagno pari a circa 600 milioni di sterline attuali. I Rothschild, alla fine dei conti, si arricchirono nonostante Waterloo.
Negli anni successivi, i Rothschild si distinsero a livello internazionale per alcune operazioni: la direzione del controllo della società di estrazione mineraria di Rio Tinto, dal 1880 in avanti, il finanziamento all’acquisto inglese degli interessi egiziani sul Canale di Suez, il prestito al Giappone durante la guerra russo-giapponese di inizio Novecento.
I Rothschild oggi
La famiglia di origine tedesca è sotto l’insegna della Rothschild & Co, che è una tra le più importanti holding finanziarie del mondo, con un fatturato di 1,403 miliardi di dollari nel 2015 ed un utile netto che si attesta a 144 milioni. La Rothschild & Co controlla la N. M. Rothschild & Sons, con sede a Londra, e la Rothschild & Cie Banque, situata a Parigi. Entrambe sono banche d’affari che operano in diversi ambiti: investment banking, corporate banking, private banking e trust.