Elon Musk, ventunesimo uomo più potente e centunesimo più ricco al mondo secondo Forbes, ne ha pensata un’altra. Il suo ultimo progetto è quello di lanciare nello spazio 4.425 satelliti, i quali dovrebbero formare una piattaforma in grado di portare la connessione internet in ogni luogo del pianeta Terra, a patto di avere un computer o uno smartphone.
Con un costo previsto di 10 miliardi di dollari, il piano è portato avanti dalla SpaceX, che di progetti aerospaziali e di pianeti se ne intende. Nel primo step è prevista la produzione di 800 satelliti, per la copertura, intanto, del territorio americano. Ognuno peserà 386 chilogrammi e coprirà un raggio di 2,120 chilometri, avrà le dimensioni di una MINI Cooper ed una aspettativa di vita tra i 5 e i 7 anni.
Il costo per l’intero piano è giudicato da molti esperti relativamente basso, inoltre esso è co-finanziato anche da Google e Fidelity, che hanno investito 1 miliardo nell’azienda di Musk. Oltre a ciò, nel progetto è previsto il riutilizzo dei satelliti usurati, che possono essere fatti atterrare e rimessi in orbita, il tutto reso possibile solo di recente dalle innovative tecnologie della SpaceX.
Un messaggio che Musk tiene a trasmettere è quello di poter operare a costi molto inferiori rispetto ai concorrenti del settore areospaziale, sia appunto attraverso il riutilizzo di missili ed altri oggetti, sia attraverso un processo produttivo interno molto ben organizzato.
Questa piattaforma satellitare intende, come detto, portare la connessione internet in tutto il pianeta, ed in particolare ad una velocità di 1 gigabit per secondo. Un progetto davvero sensazionale, considerato che nel report del 2015 dell’azienda Akamai, specializzata tra le varie cose nell’analisi della connettività mondiale, la velocità media per utente era di 5.1 Mbps per secondo, ossia circa 200 volte più lenta di quella della quale parla Elon Musk.
Un fattore di rischio riguarda la disputa che si potrà creare nei confronti dei singoli Stati, i quali potranno essere restii a concedere il permesso di installare una connessione internet satellitare libera da vincoli e coercizioni. In questo senso, è immediato il pensiero rivolto alla Cina e al ruolo che essa instaurerà con i nuovi canali di informazione e di interattività. Infatti, non si deve dimenticare che tutto il progetto sarebbe gestito da aziende americane.
Date queste premesse, la piattaforma satellitare può portare considerevoli profitti per SpaceX e per le altre aziende che collaborano al progetto. Secondo il Wall Street Journal, i ricavi di questa iniziativa raggiungerebbero quota 30 miliardi nel 2025.