La Smart GmbH, acronimo di Swatch Mercedes ART GmbH, è una casa automobilistica del gruppo Daimler AG, titolare del marchio Mercedes-Benz.
Le origini
La Smart GmbH è nata nel 1996 da una Joint Venture tra il celebre marchio svizzero di orologi da polso Swatch e la rinomata casa automobilistica tedesca Mercedes-Benz. L’idea di Nicolas Hayek, fondatore e proprietario della Swatch, era quella di applicare ad un’auto i concetti che avevano fatto la sua fortuna: una piccola macchina, semplice, con carrozzeria colorata personalizzabile ed alimentata a batteria, proprio come i suoi orologi. La ricerca di Hayek iniziò nei primissimi anni ’90 e, dopo aver bussato alla porta di BMW, Fiat, General Motors e Renault, incontrò per la prima volta Werner Niefer (l’allora CEO di Daimler), che accolse il progetto con interesse.
L’idea di una comoda piccola automobile a due posti ben si sposava con i piani già in corso della Mercedes. A Stoccarda, infatti, già era in progettazione la Micro Compact Car, nata da un’idea degli anni ’70 di un dipendente della casa automobilistica tedesca , Johann Tomforde. L’accordo ben presto si concluse e qualche anno più tardi, dopo innumerevoli cambi tra le fila della squadra di Ricerca e Sviluppo assegnata al progetto, il 2 Luglio 1998 venne venduta la prima Swatch Mercedes ART (Smart) Fortwo.
Un ventennio in rosso
All’inizio l’entusiasmo del pubblico per la city car voluta da Nicolas Hayek risultò essere alle stelle, tanto che nel 2003 la Mercedes-Benz lanciò le sportive Smart Roadster, Roadster coupé e la prima Smart Brabus. Nel 2004, invece, fu il turno della Smart Forfour. Questo stesso anno venne registrato il maggior numero di unità mai vendute (circa 150.000), che però non riuscì, né riuscirà mai, a raggiungere l’obiettivo posto dal Daimler di 200.000 unità l’anno.
Il biennio 2005-2006 fu segnato perlopiù da conti in rosso dovuti all’insuccesso commerciale della Smart Roadster e della neonata Forfour, inseritasi in un segmento dominato da Fiat, Renault e Citroën, oltre che ad un calo fisiologico delle vendite della Fortwo. La soluzione adottata dall’amministrazione fu quella di una ristrutturazione totale basata sul blocco della produzione di Roadster e Forfour e sulla sospensione del progetto Smart ForMore, un modello di SUV a trazione integrale.
A fronte di un 2007 segnato da un lieve incremento delle vendite dovuto all’atteso restyling della due posti, il biennio 2008-2009 segnò un altro tracollo, registrando circa 15 mila Smart vendute. Il decennio successivo fu caratterizzato da ritmi non diversi. I dati della società di consulenza Evercore ISI Research evidenziano come il bilancio di questi primi 21 anni di Smart è stato caratterizzato da perdite che oscillano tra i 500 ed i 700 milioni di euro.
L’eccezione italiana
Nonostante numeri che denotano evidenti criticità fisiologiche della Smart, le strade e le città italiane pullulano di queste macchine. Prima Italia, seconda Germania, terzo posto conteso fra Cina e Stati Uniti: è la classifica dei paesi con più vendite dei modelli di questo marchio, che vede appunto lo Stivale sul gradino più alto del podio con circa 410.000 unità totali vendute dalla data di lancio.
Che futuro attende la Smart
Dal 2020 la macchina più piccola del mondo si libererà del terminale e sarà prodotta soltanto in formato elettrico. La prossima generazione di Smart sarà a marchio cinese e verrà messa in vendita dal 2022: questo grazie ad una nuova Joint Venture accordata tra Daimler e Geely, casa automobilistica cinese con sede ad Hangzhou.