Per la rubrica Finanza degli imperi criminali, oggi parliamo di un nome poco noto alle grandi masse, ma certamente conosciuto grazie anche a decine di film che ne trattano: la mafia Russa. Quando si parla di criminalità dell’Est vengono in mente armadi di due metri che bevono vodka fino a svenire e si tatuano nelle carceri per essere riconosciuti. Può sembrare strano ma la mafia russa è esattamente questa. Per la precisione la Solntsevskaya Bratva è una potente organizzazione di stampo mafioso con base a Mosca, Russia. Prende il nome dal quartiere Solntsevo, dal quale è nata. È a buon diritto considerata nella top five delle più pericolose associazioni criminali del mondo nonché, di pari passo, una delle più ricche.
La nascita della Solntsevskaya Bratva
Questa organizzazione venne fondata a metà degli anni ’80 da due giovani che scelsero di dedicarsi a furti e intimidazioni, ma con un tocco molto originale. Decisero infatti di ignorare qualsiasi codice d’onore criminale (tipici del continente in cui vivevano), per rispecchiare maggiormente le lontane mafie di stampo occidentale. Lo stesso Mikhas, uno dei due capostipiti, preferiva farsi chiamare un businessman piuttosto che вор, ovvero un ladro. In ogni caso, i ragazzi sembravano essere particolarmente bravi. Non solo diedero lavoro (se così si può definire) a centinaia di ragazzi di quartiere, ma in poco tempo diventarono a tal punto numerosi da decidere di fondersi con altre due gang, che all’epoca vantavano già grandi conoscenze in termini di accrescimento dell’impero criminale.
Tuttavia, i militari russi non rimasero certo a guardare. I primi anni ’90 furono infatti caratterizzati da un’estrema repressione, che portò alla morte di centinaia di civili innocenti, ma anche di tutti i big della nuova fondazione mafiosa. I capostipiti morirono, chi per mano della polizia, chi per mano dei rivali, i quali colsero l’occasione per accrescere il loro personale impero a discapito della Solntsevskaya Bratva. Nonostante la morte dello stesso Mikhas, il quale saltò in aria insieme a tutta la sua macchina per via di una bomba posta sotto il telaio, pochi anni dopo i suoi tirapiedi riuscirono a far tornare la Bratva agli antichi splendori. Già nel 1996, grazie al gioco d’azzardo, alla prostituzione, al traffico di esseri umani, nonché spaccio di eroina e cocaina, contrabbando di armi e riciclaggio, la Solntsevskaya Bratva aveva tutte le carte in regola per entrare a far parte delle grandi multinazionali del crimine.
Il servo fedele di Timofeyev, l’altro socio fondatore, riuscì in un paio d’anni a mettere le mani su una quantità come 120 aziende (del tutto legali) con sede a Mosca, Crimea e Samara. Inoltre, non si fecero sfuggire molti altri business all’estero, sui quali ben presto vantavano il controllo più totale. Una delle pratiche più diffuse della Solntsevskaya Bratva era quella di entrare all’interno di un consiglio direttivo, prendere la mano di colui che stava parlando e fissarla al tavolo con un coltello. Lo stesso Mikhailov, il servo fedele, adottò questa pratica quando si trasferì in Svizzera e fondò poi una sua personale banca digitale. Le cifre parlano di circa 60 miliardi di dollari riciclati per svariate organizzazioni criminali e non.
Tuttavia, l’errore del “padrino” fu quello di mostrarsi troppo: un castello a Ginevra, i figli nella scuola privata, la moglie in Rolls Royce, 15.000 dollari al mese solo per i vestiti. Mikhailov fu arrestato nel 1996, dopo che le autorità svizzere aprirono un’indagine con la quale non solo provarono il riciclaggio di denaro nel loro paese, ma anche la presenza di decine di milioni investiti negli Stati Uniti. Tuttavia, omicidio più omicidi omeno, quasi 40 testimoni sparirono improvvisamente dal palco e Mikhailov tornò in madrepatria da uomo libero. Tuttora, è il boss incontrastato della Bratva; il suo potere si estende da Mosca a Ginevra, da Miami fino in Afghanistan, interlocutore principale per la compravendita di eroina.
L’organizzazione è interamente stimata in 9.000 membri, e dal momento in cui avete iniziato a leggere questo testo ha guadagnato poco più di 100.000 dollari in tutto il mondo. Con un fatturato annuo pari a 8,5 miliardi di Dollari, la Bratva è in grado di comprarsi magistrati e poliziotti, politici e uomini d’affari. L’organizzazione è sospettata di avere tentato di penetrare nelle élite politiche di diversi paesi. Si è appreso, ad esempio, che Israele ha sventato in passato un tentativo del genere, dopo che le autorità hanno accertato la presenza di gruppi del crimine organizzato colpevoli di reati di riciclaggio di denaro in Terra Santa.
I legami della Solntsevskaya Bratva con la politica e la finanza
Uno dei più noti esponenti della Solntsevskaya era Vjacheslav Ivankov, che è stato assassinato il 28 luglio 2009 in un ristorante di Mosca. Ivankov fu arrestato dall’Fbi negli Stati Uniti l’8 giugno 1995, con l’accusa aver estorto 2,7 milioni di dollari da una società di consulenza di investimento. Il quotidiano romeno “Evenimentul Zilei” ha rivelato inoltre i dettagli di un’indagine per reati di stampo mafioso con in primo piano l’imprenditore e politico moldavo, Vladimir Plahotniuc, proposto recentemente dal Partito democratico per l’incarico di primo ministro. Strana coincidenza, al momento del suo arresto, Ivankov stava trasportando diversi passaporti con molteplici identità rilasciati da molti paesi e Plahotniuc si ritrovò coinvolto proprio in un caso di “doppia identità”: in Romania era noto col nome di Vlad Ulinici, mentre in Moldavia come Vladimir Plahotniuc.
Il nome di Vladimir Plahotniuc è stato menzionato anche dalle autorità britanniche: la corte di Londra ha rivelato infatti una serie di documenti provenienti da diverse società di Inghilterra e Scozia che dimostrano che Plahotniuc sarebbe il beneficiario di decine di milioni di euro, soldi che rappresentano circa l’80% del sistema finanziario e bancario moldavo. In particolare, le autorità britanniche sostengono che Plahotniuc si sarebbe arricchito dopo gli attacchi raider del 2010 e 2011. In quel periodo, a seguito di alcune decisioni del tribunale, considerate illegali, diversi pacchetti di azioni della Banca de Economii, Moldova Agroindbank, Victoriabank e la compagnia di assicurazione Asito sono finite in modo fraudolento in possesso di società offshore.
Plahotniuc è accusato anche della concessione che ha provocato gravi pendenze all’aeroporto internazionale di Chisinau. Grazie alla posizione di manager generale di Petrom, ricoperta nel periodo in cui presidente della Moldova era Vladimir Voronin (attuale leader del Partito comunista), Plahoniuc è diventato un imprenditore di successo. L’ex presidente della Romania, Traian Basescu, recentemente ha detto che l’attuale governo della Moldova è “gravemente soggetto” all’influenza di Vladimir Plahotniuc e che l’attuale premier, Pavel Filip, è “un uomo di Plahotniuc”. Sergei Mikhailov e Vladimir Plahotniuc sembrano essere due dei più pericolosi e famigerati gangster sulla piazza; cosa ancor peggiore, vivono in totale libertà.
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