Una startup quando nasce ha lo 0,00006% di diventare un unicorno, ovvero di riuscire a raggiungere e superare la valutazione di 1 miliardo di dollari. Secondo CBinsight, prima di trasformare un’idea innovativa in una concreta iniziativa imprenditoriale è necessario accertare l’esistenza nel mercato di un bisogno, di una potenziale di crescita e di un team con competenze eterogenee che crede nel progetto. Lo studio dettagliato del settore di riferimento va a completare la fase di Business Idea.
Bootstrapping o Pre-Seed
A livello esecutivo per dare inizio ad una startup si devono elaborare:
- un Business Model Canvas, ovvero individuare le attività chiave, gli obbiettivi da raggiungere, i partner giusti ed il segmento di mercato a cui puntare;
- un Business Plan, ovvero strutturare le risorse da impiegare, i costi e le fonti di ricavi per la realizzazione del progetto.
In genere, la prima fase è finanziata attingendo dal proprio capitale personale o dalle così dette tre F, Family, Friends and Fools. Inoltre spesso si fa affidamento ad enti incubatori ed acceleratori di impresa. Si tratta di società o organizzazioni che si occupano di offrire servizi specifici per le startup e le aziende emergenti.
In genere le banche non finanziano le startup a causa dell’elevato tasso di rischio. In Italia, attraverso il Fondo di Garanzia del Mise, oltre 2000 startup innovative hanno invece ricevuto un prestito bancario. L’ammontare complessivo dei soldi investiti dal Mise è stato di 819 milioni di euro.
Forme di finanziamento nel panorama italiano
Seed Stage
Nella fase di “semina”, o Seed Stage, viene testata la “traction”, ovvero l’interesse del mercato per il proprio progetto. La Seed Stage si apre di solito con la raccolta di piccoli investimenti, detti micro-seeds (€20K – €40K). Tuttavia è possibile anche riuscire ad ottenere finanziamenti più corposi attraverso i Business Angels, investitori privati che finanziano la startup per supportarla, o il crowdfunding.
Secondo il rapporto IBAN, il numero di Business Angels in Italia è in forte crescita. Nel 2018 questo tipo di investitori ha fatto registrare operazioni per un totale di €39,7 milioni rispetto ai €19 milioni del 2017 (+75%). L’ammontare medio, su oltre 150 investimenti effettuati, di cui il 29% in startup nello stadio di Seed, è di 278 mila euro.
Secondo l’osservatorio Crowd-Investing del Politecnico di Milano il 29% delle imprese emergenti nel 2018 sono finanziate attraverso piattaforme di crowdfunding. I principiali settori di investimento crowd sono stati il medicale, il biotech ed il tech.
Early Stage
Nell’Early Stage si raccoglie capitale affidandosi al Venture Capital o, ancora, al crowdfunding. Nel panorama italiano, gli investimenti complessivi si attestano a 561 milioni di euro, in netto aumento rispetto rispetto ai 221 milioni del 2017.
Nel corso del 2018 sono state realizzate 78 nuove operazioni, con un +37% rispetto al 2017, durante il quale si era registrato un rallentamento. Il numero degli investitori attivi si attesta a 111, ai quali è da aggiungere la categoria dei Business Angels, di cui il 30% è composto da investitori esteri.
Fase matura di crescita
Later Stage
Dopo la fase di Early stage, si lavora sul piano marketing e sulla strategia commerciale per espandersi a livello sia nazionale che internazionale. Nell’Early Growth si delineano round di finanziamento di Serie A (€500K – €5 Mln in Italia) e di Serie B (maggiori di €5 Mln).
Nella Sustained Growth invece si identificano i round di Serie C, D, F che in genere precedono l’IPO (Initial Public Offering). In Italia è stato registrato il primo investimento di oltre 100 milioni in una startup di insurtech. Tutti questi round di finanziamento sono eseguiti da Venture Capital e Private Equity.
Exit
A chiusura del ciclo, l’Exit, rappresenta il momento di uscita degli investitori dalla startup. Può avvenire in vari modi, tra cui una IPO, un’acquisizione da parte di terzi o un Buyback, che consiste nella ri-acquisizione da parte dei fondatori delle quote di capitale cedute in precedenza.
Nel primo trimestre del 2019, si annoverano tra le tre più importanti exit nel panorama italiano Viralize, Depop e Stamplay. La prima è stata venduta a Vetrya per 16 milioni di euro, Depop ha ceduto le quote di capitale per 2,5 milioni e infine Stamplay è stata acquistata da Apple per 5 milioni di euro.