Dei 17 milioni di abitanti dei Paesi Bassi, 13.5 milioni si definiscono ciclisti e il numero di biciclette possedute in totale è pari a 22.3 milioni, che significa più di una per abitante. È proprio in questo contesto che, dall’idea di tre giovani studenti della Technische Universiteit di Delft, nasce Swapfiets, un servizio che rivoluzionerà il concetto di bike sharing per molti ciclisti, soprattutto studenti.
Di che cosa si tratta?
Swapfiets nasce da un’idea molto semplice, inserendosi sul mercato come un noleggio di biciclette a medio-lungo termine, il cui meccanismo di pricing si ispira ai popolari abbonamenti di servizi in streaming quali Netflix, Spotify etc. Gli iscritti a Swapfiets, a fronte di un pagamento mensile fisso di 15€ (ridotto a 12€per gli studenti) ricevono una ‘omafiets’, tipica bicicletta olandese, munita di luci e doppia catena. Dal quel momento, gli utenti dovranno solo preoccuparsi di montare sulla bici e decidere dove andare: qualsiasi danno (dovuto ad un normale utilizzo, si intende) verrà riparato da Swapfiets, con tempi di attesa brevissimi e senza dover pagare alcun extra.
La bici può essere ritirata presso il negozio Swapfiets più vicino oppure può essere consegnata gratuitamente a casa prendendo un appuntamento per telefono, via e-mail o tramite WhatsApp. Il servizio clienti è raggiungibile attraverso gli stessi canali e permette dunque di segnalare eventuali problemi e ricevere assistenza tempestiva da un addetto: a seconda del tipo di problema la bicicletta verrà riparata o, eventualmente, sostituita con un’altra bici perfettamente funzionante.
Bike sharing o noleggio?
Come sottolineato dai fondatori, la principale differenza con i tradizionali servizi di bike sharing “dockless” (Mobike, Ofo, Obike etc.) sta nel senso di “proprietà” che ogni abbonato ha nei confronti della propria bici e che lo spinge ad averne particolare cura. Gli utilizzatori sono infatti forniti di bici e chiave personali, che rimarranno le stesse per tutta la durata dell’abbonamento. Questo ha permesso a Swapfiets, nell’estate del 2017, di approdare anche ad Amsterdam, e di sopravvivere nonostante il recente divieto imposto dalla municipalità nei confronti dei bike sharing “dockless”, visti i numerosi casi di biciclette danneggiate dal vento o, peggior ancora, lanciate nei canali.
La chiave del successo internazionale
A Delft, come in tante altre città olandesi universitarie e non, il problema del furto delle biciclette è largamente diffuso. In particolare, gli studenti universitari si trovano spesso a dover decidere se investire qualche centinaia di euro in una buona bicicletta nuova e rischiare di subirne il furto, oppure ripiegare su un usato, leggermente più economico, ma spesso in cattive condizioni, che potrebbe richiedere un investimento in riparazioni e non sarebbe comunque esente dal rischio di furto. I fondatori di Swapfiets hanno trovato un modello che permette agli studenti di non preoccuparsi di nessuno di questi due problemi: le biciclette affittate sono infatti prodotte da Union, azienda olandese che dal 1904 produce biciclette di qualità. Inoltre, in caso di furto, l’utente sarà tenuto a coprire solamente una franchigia di 40€ e gli verrà consegnata una nuova bicicletta. Il loro marketing è semplice ma tremendamente efficace: la ruota frontale di ogni loro mezzo è di un azzurro brillante, molto distinguibile, ed ha permesso loro di raggiungere l’80% della propria clientela tramite semplice passaparola. Tra le ultime novità, è stata lanciata un’app, che integra i mezzi di comunicazione già disponibili per contattare il servizio clienti. Inoltre, ad un prezzo maggiore è stata resa disponibile anche un modello di bici “deluxe”, munita di cambi e freni al manubrio, che gli consente di differenziare l’offerta e soddisfare anche i ciclisti più esigenti e meno attenti al risparmio. Il loro successo si può evincere dall’enorme diffusione che l’azienda ha avuto negli ultimi anni. Nati nel 2014 con 150 biciclette, comprate usate e riparate dai fondatori stessi, tra il 2016 e il 2017 è avvenuto il boom, quando il numero di biciclette e di clienti è arrivato a 18,500. Ad oggi, Swapfiets gestisce ben 75,000 biciclette e se pensate che l’entità del fenomeno si limiti solamente al paese dei mulini a vento vi sbagliate: il servizio è attivo in oltre 35 città in quattro paesi diversi: Paesi Bassi, Belgio, Germania e, da agosto 2018, anche in Danimarca.
Guardando ad un simile modello di business viene spontaneo sognare che qualcosa del genere possa arrivare anche in Italia, nonostante le numerose limitazioni, sia urbanistiche che altro: di certo non raggiungerebbe gli stessi numeri del resto del continente, però forse sentendoci proprietari del mezzo saremmo scoraggiati dal buttarle nel Tevere come è successo a numerose biciclette Obike.