Il rinnovamento di uno dei paesi più influenti del Medio Oriente continua. Con la presentazione di Vision 30 il neo erede al trono dell’Arabia Saudita, Mohammad bin Salman, ha scelto di affrontare sfide che fino a pochi anni fa sembravano impensabili. La fine della totale dioendenza economica dalle materie prime come gas e petrolio è il principale obiettivo del progetto multimiliardario Vision 30. Questo comprende ingenti investimenti pubblici in vari settori, dalle infrastrutture all’istruzione, passando per le energie rinnovabili. Il denaro da destinare all’intero progetto proverrà per la maggior parte dalla quotazione in borsa del 5% della compagnia petrolifera Saudi Aramco, di proprietà della famiglia reale saudita. Vista la valutazione di 2 trilioni di dollari, si prospetta possa essere l’IPO più grande della storia. L’ultima novità annunciata da Riyadh nell’ambito dell’ambizioso progetto riguarda il settore turistico.
The Red Sea Project
Il principe Mohammad bin Salman, tramite il Saudi Public Investment Fund, investirà decine di miliardi di dollari per trasformare la costa nord-ovest dell’Arabia Saudita in una lussuosa località turistica di 34000 km quadrati (grande come il Belgio). La zona interessata si trova tra Al Wajh e Umluj, a nord di La Mecca, vicino al confine con l’Egitto, sul Mar Rosso, e comprende anche 50 isole. L’imponente progetto sarà finanziato all’inizio con fondi pubblici, successivamente si aprirà ad investitori privati. Il miliardario americano Richard Branson ha già manifestato un forte interesse.
Si prevede che il progetto turistico possa creare 35.000 posti di lavoro e portare nelle casse dello stato 4 miliardi di dollari l’anno. Numeri ben lontani da quelli dell’industria petrolifera – la quale genera il 42% del PIL ed il 90% delle esportazioni del paese – ma funzionale all’obiettivo dichiarato di raddoppiare entro 10 anni il numero di turisti, fino ad arrivare a circa 30 milioni di visitatori annuali nel 2030. Gli investimenti nel settore, però, non si fermano alla costa nord-ovest. Sono stati stanziati 26,6 miliardi di dollari per la ristrutturazione della grande moschea di La Mecca, la più gettonata destinazione turistica del paese, ed oltre 3,6 miliardi di dollari per l’ampliamento di un albergo con 10 mila camere nei pressi del luogo di culto. Se si considerano anche i fondi destinati alla tratta ferroviaria La Mecca – Medina si arriva ad 80 miliardi di dollari di investimento solo nel turismo religioso.
La profonda trasformazione in corso dell’Arabia Saudita non interessa solo il punto di vista economico. Com’è noto, le rigide leggi del Paese prevedono il divieto di consumare alcolici, restrizioni nell’abbigliamento e quasi nessun diritto per la donna come persona. Per favorire il turismo internazionale, nella zona destinata alla costruzione del resort turistico verranno applicate leggi speciali, eliminando anche il problema del visto, difficile da ottenere per i turisti stranieri. L’obiettivo, quindi, è quello di creare una sorta di zona franca con una semi-autonomia, il cui quadro normativo verrà sviluppato e gestito da un comitato privato. Questo è un ennesimo importante segnale di svolta per un paese storicamente chiuso ed ultra-tradizionalista come l’Arabia Saudita.