La nomina di Rex Tillerson a Segretario di Stato dovrà essere confermata dall’intero Senato americano. Una parte di questo, riunita in una Commissione, ha già approvato, ma nonostante ciò molti repubblicani non vedono di buon occhio Tillerson per i suoi legami con Mosca. Il Tycoon, non ascoltando le critiche del partito repubblicano, ha definito l’Ex Ceo di ExxonMobil “l’incarnazione del sogno americano”, lodandone la tenacia e la grande esperienza geopolitica. L’Ex Ceo della Compagnia petrolifera ha ricevuto l’endorsement favorevole da parte sia dell’ex presidente Bush Junior sia da parte di ex membri dell’Amministrazione Bush, come l’ex segretario di Stato Condoleezza Rice (Tillerson è stato raccomandato proprio dall’ex segretario di Stato di Bush Junior), l’ex ministro della Difesa Robert Gates dell’amministrazione Obama e l’ex vicepresidente Cheney. I sostenitori di Tillerson hanno lodato la sua capacità di negoziatore mostrata durante le trattative per la ExxonMobil in Russia, Arabia Saudita e Qatar. Nel 2015, in un discorso tenuto alla Texas Tech University, dichiarò: “Una delle cose che so di Mosca è che loro mi conoscono bene. Sanno che quando dico no è no”. Le prime questioni che dovrà affrontare come nuovo segretario di Stato saranno le spinose sanzioni economiche che Obama ha voluto imporre alla Russia dopo “l’occupazione” della Crimea. Le sanzioni hanno fortemente penalizzato la compagnia di Tillerson, che in Russia gestisce molte piattaforme. Prima della sanzioni era stato avviato un programma di estrazioni nel mare di Kara e nel mar Glaciale Artico, inoltre, la ExxonMobil si era accordata con le autorità di Mosca per esplorare aeree della Siberia Occidentale e del Mar Nero che potrebbero essere ricche di petrolio di scisto. Molti attivisti dei diritti umani e dell’ambiente sono preoccupati della nomina di Tillerson. Le politiche in difesa dell’ambiente, portate avanti dall’amministrazione Obama, potrebbero subire una brusca frenata. Dello stesso avviso è il campanello d’allarme degli attivisti che operano nel campo dei diritti umani. Secondo diverse organizzazioni la ExxonMobil, ancora oggi, stringe accordi con paesi governati da regimi dittatoriali che spaziano dalla Guinea Equatoriale al Kazakistan, fino ad alcune nazioni mediorientali. La nomina non ha cancellato i forti dubbi dei due oppositori del Cremlino membri del Partito Repubblicano: Marco Rubio, senatore della Florida, e John McCain, senatore dell’Arizona ed ex candidato delle presidenziali nella Campagna del 2008 (vinta da Obama). I due senatori repubblicani accusano Tillerson per il suo rapporto “intimo” con il capo del Cremlino Vladimir Putin, che gli conferì la massima onorificenza della Federazione Russa: L’Ordine dell’Amicizia. Il Cremlino, per voce del suo portavoce Dmitry Peskov, ha negato i rapporti Putin-Tillerson dichiarando inoltre che “essere capo della Diplomazia Americana è completamente diverso da essere capo di un’azienda poiché ogni simpatia diventa secondaria”.
Non solo Mosca,anche l’ENI di Descalzi esulta per la nomina di Tillerson
Anche negli uffici dell’Eni si è “festeggiata” la nomina di Tillerson. L’ex Ceo di Exxon ha un ottimo rapporto con l’amministratore delegato Descalzi, che lo ha definito “una persona molto capace a risolvere i problemi. Non è un mistero che Roma ha sempre accettato con forte scetticismo le sanzioni anti-russe imposte da Washington. Con l’amministrazione Trump il nostro paese potrebbe diventare il principale interlocutore per riavvicinare Mosca a Washington e farla reintegrare completamente nel G8. Il prossimo G7 si terrà nel nostro Paese, che avrebbe la facoltà di invitare formalmente Mosca. Prima però bisognerebbe revocare le sanzioni e accettare i nuovi confini in Ucraina e l’adesione della Crimea alla Russia. Se Washington decidesse di accettare il Cremlino nuovamente nel G8, Roma non sarebbe contraria. Inoltre le formalità tecniche, se ci fosse la volontà degli Stati Uniti, diventerebbero brevi per permettere di vedere Mosca al Summit di Taormina nel 2017.