Con una popolazione di circa 190 milioni e un GDP di circa 400 miliardi di $, la Nigeria è il paese più popoloso e l’economia più grande dell’Africa. Ad oggi è tra le prime 25-30 economie al mondo, fa parte dell’OPEC dal 1971 ed è il più grande partner commerciale africano degli Stati Uniti. Il cosiddetto “Gigante d’Africa”, secondo Citigroup e non solo, è destinato ad un futuro roseo, grazie a una popolazione giovane (età media sotto i 20 anni), ricchezza di risorse naturali e sviluppo di industria e infrastrutture. Nonostante ciò, l’economia della Nigeria si è contratta negli ultimi anni, a causa del calo del prezzo del petrolio, che rappresenta il 40% del GDP, e il PIL pro-capite è sceso a meno di 3,000 $ l’anno.
La pace (forse) arrivata
Dal punto di vista etnico, la Nigeria è divisa in 4 principali gruppi: Hausa, Igbo, Yoruba, Fulani. Questo paese è formalmente indipendente dal 1960, dopo la fine della colonizzazione britannica. La prima repubblica finisce nel 1966, e si insedia il primo regime militare che governa fino al 1979, anno in cui Obasanjo, che era succeduto ai 3 precedentemente assassinati dittatori, forma la seconda repubblica nigeriana. Questa ha termine nel 1983, quando si insedia un secondo regime che terrà il potere fino al 1999. Finiscono gli anni dei regimi militari con l’elezione dello stesso Obasanjo e la formazione di una repubblica presidenziale sul modello federalistico americano. Il neo presidente resta in carica fino al 2007, nei suoi anni il GDP è passato da 36 miliardi di $ ad oltre 160. La prima elezione considerata libera è quella del 2011, nella quale trionfa il presidente Jonathan, poi sconfitto nel 2015 dall’attuale presidente Buhari. Il modello di governo nigeriano non è considerato trasparente, dato l’arricchimento attraverso risorse pubbliche di persone legate alla politica. Inoltre, vi è un’alta percezione della corruzione e un’accesa lotta etnica, culminata negli scontri del 2007 per il controllo del Delta del Niger.
L’economia della Nigeria
Membro fondante dell’African Union nonché dell’OPEC, la Nigeria è il 12° produttore e l’8° esportatore di petrolio al mondo. Questa risorsa è fondamentale per le finanze del paese, come dimostratosi nella contrazione dell’economa tra 2015 e 2017 in concomitanza di un prezzo del barile sceso sotto i 30 $. La Nigeria ha un sottosuolo ricco anche di risorse minerarie, come zinco e oro, che però al momento restano ancora sottoutilizzate. Il settore delle telecomunicazioni è quello con la crescita maggiore, insieme a quello delle infrastrutture, che negli ultimi anni ha visto la nascita di strade, porti e ferrovie. Forte anche il settore dei materiali da costruzione e navale. Il settore dell’automotive, con la compagnia Innoson Vehicle Manufacturing, rifornisce giganti come Peugeot e General Motors. Il settore tecnologico ha visto rapida espansione negli ultimi anni anche grazie alla compagnia locale Zinox, che produce schermi e cellulari. La Nigeria è un importante player nel settore tessile, delle pelli e nel food processing. E’ inoltre il sesto produttore mondiale nell’industria agricola grazie a cacao, gomma, olio di palma e nocciole. Gode di un settore finanziario sviluppato e dell’importante hub industriale Ogun.
Finanza e investimenti
Seppur con frequenti tensioni interne e la difficoltà di fare business (la Nigeria è 160esima per ‘ease of doing business’), ha attirato oltre 120 miliardi di $ in FDIs, principalmente legati al settore energetico e delle infrastrutture. Il trend è in crescita grazie alla progressiva democratizzazione del paese. Per S&P e Moody’s la Nigeria rimane un paese speculativo, con rating B+ e B2 rispettivamente. La crescita è attualmente stagnante a causa del prezzo del petrolio, e il gettito fiscale è molto basso (in media l’imposta pagata è dell’8%). Le divisioni interne sono sempre oggetto di tensioni e possibili conflitti. Il GDP pro-capite è stagnante a circa 3,000$. Nonostante ciò, con una popolazione giovane e in espansione, PwC prevede che la Nigeria sarà una delle prime 15 economie al mondo nel 2050, grazie ad una crescita annua media del 4.2% e una popolazione che sarà di oltre 270 milioni. I massicci investimenti in infrastrutture e le relazioni commerciali con grandi paesi come Stati Uniti, Cina, India e partner europei sono importanti per lo sviluppo. Il debito pubblico, di circa 140 miliardi di $, è basso. L’ammodernamento delle infrastrutture, delle tecnologie e lo sviluppo dell’industria sono segnali promettenti, soprattutto grazie alla crescita delle compagnie nazionali favoriscono il coinvolgimento di tutte le fasce di popolazione. La città principale Lagos è in continua espansione e servita come le principali città occidentali.
Riuscirà la Nigeria a centrare i suoi obiettivi? Voi investireste adesso in Nigeria?