Esiste un reale rischio che il mondo possa finire dopo l’8 Novembre?
Come sempre l’attenzione dei telegiornali diventa pressante sugli eventi che si verificheranno tra poco. Le elezioni del nuovo Presidente degli Stati Uniti sono una ottima occasione per fare notizia.
Che sia stata una delle peggiori campagne elettorali che si ricordino può anche essere vero, ma nell’era dei social network non fa quasi più stupore vedere i due candidati a diventare il leader del mondo occidentale scontrarsi con accuse reciproche che toccano la sfera personale, lavorativa, imprenditoriale, e solo sfiorano tutto quello che riguarda il programma elettorale.
Il messaggio che sta passando è che comunque vada, gli americani non sono soddisfatti delle loro scelte (libere scelte dettate dalle primarie).
Chi dice che noi italiani siamo il popolo tra i meno preparati economicamente può forse aver ragione per molti aspetti: ma non in questo caso.
L’italiano medio sa, o per lo meno ha saputo, che gli Stati Uniti hanno una totale influenza sull’andamento dell’economia mondiale. Sono stati per moltissimo tempo la più importante potenza economica, prima di essere superati dalla Cina. Qualsiasi decisione economica e finanziaria ha ripercussioni sul resto del mondo, Italia compresa. E come da tempo a questa parte la politica ha sempre più potere sull’andamento dei mercati finanziari e dell’economia. L’italiano sa che l’esito incerto delle elezioni americane potrebbe avere conseguenze sulla nostra economia, sulla nostra politica già incerta, sui nostri risparmi.
Ma è davvero così? C’è già la crisi, le banche non hanno più la fiducia dei clienti, le elezioni americane possono peggiorare ulteriormente la situazione?
La tranquillità è l’ambiente preferito dell’investitore medio: poche sorprese, pochi scossoni ed un obiettivo poco ambizioso. E’ fuori dubbio che un investitore medio preferisca (a prescindere dalle scelte politiche che adotteranno) la vittoria della Clinton, se non altro per una continuità col passato. Con il Presidente Obama l’America ha saputo ridare vigore alla propria economia, almeno apparentemente, allontanando gli spettri del 2008, e chi potrebbe continuare una politica economica in questa direzione se non Hillary, fortemente decantata nei comizi elettorali di Obama e consorte?
Al contrario una vittoria di Trump significherebbe un taglio netto col passato: uno degli imprenditori più ricchi del pianeta presidente potrebbe portare più malumori di quando a diventarlo fu un ex attore di Hollywood.
I mercati finanziari vedrebbero questa vittoria come una minaccia per la tanto sospirata tranquillità, i tagli netti col passato sono un forte segnale di cambiamento, che piace poco alla finanza. Questo si potrebbe tradurre in forti oscillazioni, soprattutto sulla borsa americana. Bisognerebbe poi verificare se la politica fiscale del tycoon si tradurrebbe in realtà: il piano radicale di diminuzione delle imposte per la classe media, quella più colpita dalla crisi, potrebbe essere un nuovo slancio per la media economia americana.
Molte conseguenze, poche certezze, cosa può fare/pensare il piccolo risparmiatore italiano?
Ci sono almeno 3 motivazioni per cui le elezioni americane non cambieranno niente per il piccolo risparmiatore, che abbia seguito le regole del buon investitore.
Pianificazione: le grandi aziende hanno uffici ed esperti che si occupano di definire in anticipo quello che sarà il piano industriale per i successivi 3-5 anni. Devono tenere conto di moltissime variabili, e tra queste anche i cambi ai vertici dei poteri politici. Da un esito a un altro possono cambiare politiche commerciali, economiche e finanziarie che possono variare notevolmente le potenzialità di fatturato delle aziende. Ora si tratta di capire se il piccolo investitore italiano abbia degli interessi direttamente negli Stati Uniti, o abbia investito esclusivamente su una società americana fortemente orientata all’export. Nel caso contrario la pianificazione può venire in aiuto. Quando si parla di risparmi, pianificare significa determinare con anticipo come utilizzarli, come adattarli alle proprie esigenze, e come accrescerli in caso fosse necessario per raggiungere uno scopo. L’università dei figli, cambio dell’auto, acquisto della casa sono esempi di obiettivi. Per raggiungerli è necessario sapere prima come fare per accumulare il denaro necessario. Definito l’obiettivo, si identificano le modalità di raggiungimento.
Diversificazione: i tuoi obiettivi finanziari ti impongono di investire denaro? Non c’è alcun motivo per cui tu debba farlo esclusivamente negli Stati Uniti. E non perché c’è incertezza sulle elezioni, ma perché investire tutto il proprio risparmio su una sola nazione significa scommettere su un unico cavallo alle corse. Può essere il favorito, ed essere già considerato il vincitore, ma può azzopparsi in pochi minuti e perdere la gara. Diversificazione significa ridurre il rischio che qualcosa vada storto. Più ti concentri su un unico strumento finanziario, su un paese del mondo o su un settore produttivo, più aumentano i rischi di vedere sfumare gli obiettivi. Diversificare è una buona norma per chi vuole raggiungerli, l’investitore medio dovrebbe mirare a ridurre il più possibile il “rischio potenziale” che qualcosa vada storto. Come si fa? Si investe ad ampio raggio, mettendo in relazione paesi, settori e strumenti differenti per evitare che un evento negativo li influenzi tutti.
Emozioni: le emozioni regolano tutta la vita delle persone. Così come le decisioni su come gestire i propri risparmi. Buona parte delle persone che decidono di investire i propri soldi, in momenti di grande incertezza e di paura decidono di vendere. Facile dire “non hanno fatto la cosa giusta”. Ma oltre che dirlo ci sono numeri che dimostrano come seguire le emozioni non sia la strategia corretta. Chi prende decisioni drastiche in momenti di paura, ottiene molti meno risultati di chi si attiene alla pianificazione, e mantiene la diversificazione che ha impostato. Paradossalmente chi prende meno decisioni guadagna di più.
L’emozione può rovinare i due elementi cardine nella definizione di come decidere di impiegare i propri soldi. Chi non si fa prendere dalla disperazione e dall’euforia sarà più soddisfatto.
Come già ho detto prima, gli USA influenzano le vita economica di molti paesi.
Un vecchio detto dice “non mettere tutte le uova nello stesso paniere”: non si applica solamente alla finanza, ma a molti aspetti della vita quotidiana. Questo detto dice di frazionare il rischio: non mettere a rischio tutto quello che abbiamo in una sola situazione, ma valutare e ponderare con attenzione quello che potrà succedere.
Immaginiamo il caso delle elezioni americane. Se una persona decidesse di prendere decisioni sui propri risparmi proprio in concomitanza di questo evento si troverebbe in alcune situazioni: un risultato inaspettato, bassa affluenza, o ancora la vittoria di uno dei due candidati insieme alla elezione di rappresentanti delle camere dell’altra fazione, potrebbe portare ancora più incertezza di quella che già c’è sui mercati.
Prendere decisioni in queste situazioni ha una probabilità di successo molto bassa, a meno di non essere il guru della finanza che ha sempre la soluzione pronta (il detto dice “chi ha sempre la risposta a tutte le domande, non ha capito la domanda”).
Le decisioni prese a ridosso di eventi così eclatanti hanno il rischio di essere frutto delle emozioni: la paura può portare a vendere le posizioni sui propri investimenti in momenti poco opportuni, l’euforia a comprare sulla scia dell’invincibilità che ci si riconosce.
Diversificazione fa rima con pianificazione: avere un piano vuol dire avere ben chiaro cosa si sta facendo, e cosa si dovrà fare da qui a 1-3-5-10 anni. In qualsiasi ambito definire un piano è sempre una pratica poco usata, si preferisce troppo spesso lasciarsi prendere dall’improvvisazione.
Quando si parla di soldi però, l’improvvisazione può essere un’arma a doppio taglio. Perché ci si può far prendere dalle emozioni, e prendere decisioni avventate che fanno sfumare un piano già definito.
In conclusione le elezioni americane saranno uno tra tanti avvenimenti che accadono durante l’anno, che influenzeranno l’andamento dell’economia, della finanza e di conseguenza dei risparmi dei piccoli investitori.
La domanda da porsi è: l’obiettivo del piccolo risparmiatore è da raggiungere entro l’8 Novembre? Oppure ha pianificato obiettivi con un orizzonte temporale più lungo?
Probabilmente la seconda, e questo significa superare le elezioni americane seguendo attentamente il proprio piano, così come si dovrà fare con il referendum italiano, e con tutti gli altri eventi politici che potranno modificare le aspettative sull’economia mondiale.
Se queste 3 regole sono seguite con rigore, le elezioni americane non saranno di certo il giorno del giudizio dell’investitore/risparmiatore medio italiano.
Alessandro Sichieri (Consulente finanziario, Allianz Bank Financial Advisor)