Nell’immaginario collettivo Wall Street, oltre alla patria della finanza, viene vista come un mondo dominato dagli eccessi, dall’abuso di alcool fino ad arrivare alle sostanze stupefacenti. A creare questa immagine hanno contribuito numerosi film cult e, soprattutto, gli scandali che periodicamente hanno sconvolto l’opinione pubblica. In uno dei più recenti e famosi film, The Wolf of Wall Street, Jordan Belfort fa un così largo uso di droga che alla fine questa diventa un elemento imprescindibile nella sua vita quotidiana. Analogamente anche nel film cult degli anni ’80, Wall Street, le sostanze stupefacenti erano largamente diffuse. Ma qual è la reale situazione?
Negli anni Ottanta la cocaina veniva largamente utilizzata tra i broker, che la impiegavano come una sorta di “carburante” per essere sempre operativi ed attivi. Addirittura, i neoassunti venivano incoraggiati a farne uso per riuscire a lavorare ininterrottamente per ore ed ore. Infatti uno dei principali effetti della cocaina è quello di accrescere le performance cognitive, stimolando anche le attività cerebrali. Tuttavia tali effetti sono di breve durata, mentre nel lungo periodo si hanno conseguenze estremamente negative, tra cui psicosi, paranoia, apatia e difficoltà di concentrazione. Per tale ragione, con il passare del tempo si sono affacciate nuove e più moderne droghe, che si sono affiancate e lentamente sostituite a quelle tradizionali.
La cocaina e la crisi del 2008
Nel 2007, nei test antidroga effettuati sui neoassunti e sui dirigenti il 17% risultava positivo alla cocaina. Nel 2010 la percentuale era scesa al 7%: questo perché, dopo la crisi del 2008, Wall Street è finita nel mirino dell’opinione pubblica e si sono così intensificati i controlli sui dipendenti, a partire dal loro background e fino all’introduzione di nuovi test antidroga. Secondo alcuni giornalisti e studiosi, proprio l’eccessivo uso di cocaina avrebbe contribuito allo scoppio della crisi finanziaria del 2008, in quanto avrebbe reso i banchieri sempre più temerari e disposti ad assumere rischi enormi.
La riduzione della percentuale di risultati positivi, tuttavia, è falsata, in quanto tali test vengono generalmente annunciati con largo preavviso (da un minimo di due giorni fino ad un massimo di addirittura 45), permettendo così agli interessati di “ripulirsi”, in modo da essere in grado di superarli. Per capire l’estensione del fenomeno, e di come la situazione non sia cambiata più di tanto, basti pensare che ci sono innumerevoli pagine web in cui vengono dispensati consigli e suggerimenti per superare i test antidroga senza destare sospetti.
La situazione attuale
Un’evidenza di questa situazione si è avuta con un’indagine del 2011, collegata allo scandalo di Dominique Strauss-Kahn (ex direttore del FMI), che ha rilevato come l’uso di cocaina e delle droghe in generale sia ancora in voga e molto più comune di quanto si creda. La DEA (Drug Enforcement Administration) ha registrato inoltre, negli ultimi anni, un crescente traffico di droghe direttamente tra Messico o Colombia e Wall Street: un altro segnale di come l’uso di sostanze stupefacenti rimanga sempre alto, indipendentemente dai test antidroga. Tale situazione non è confinata a Wall Street: anche in Europa l’uso di cocaina da parte del mondo della finanza è una tradizione ben consolidata.
I test antidroga hanno portato allo sviluppo di nuove sostanze, le cosiddette “smart drugs”. Si tratta di composti di origine naturale o sintetica contenenti principi psicoattivi e molecole con caratteristiche allucinogene, che non sono indicati tra le sostanze proibite dalla legge sugli stupefacenti e che non vengono nemmeno rilevati dai comuni test.
A queste si aggiunge il testosterone, che è utilizzato in particolare dagli uomini di età compresa tra i trenta e i quarant’anni con l’obiettivo di migliorare le prestazioni lavorative. Tale pratica ha registrato un trend opposto a quello della cocaina, in quanto si è registrato un incremento dopo lo scoppio della recente crisi. Il fenomeno ha assunto proporzioni sempre più consistenti e, nel 90% dei casi, gli interessati ricoprono posizioni di rilievo e responsabilità a Wall Street.