Mr. Walton e la nascita del marchio “Wal-Mart”
Samuel Moore Walton nasce il 29 Marzo 1918 a Kingfisher, in Oklahoma. L’infanzia di Walton è quella di un’intera generazione americana, fatta di continui spostamenti lungo il Paese alla ricerca di un lavoro ed una vita migliore. La Grande Depressione costringe anche il giovane Samuel a contribuire al reddito familiare, lavorando come mungitore e paperboy. In questo periodo il ragazzo dimostrò un’attitudine al sacrificio ed una grinta che lo caratterizzeranno anche in futuro.
La formazione professionale
Nel 1940, tre giorni dopo essersi diplomato, Walton inizia un training program – quello che oggi chiameremmo tirocinio – presso la J. C. Penney, azienda leader nella grande distribuzione. Nei 18 mesi della sua formazione professionale, che interromperà a causa della chiamata alle armi per la Seconda Guerra Mondiale, comincia ad intravedere i punti di forza e le possibili prospettive di un settore con grandi potenzialità, quello dei grandi distributori.
L’inizio dell’esperienza imprenditoriale
A guerra finita, grazie ad un prestito di 20mila dollari da parte del patrigno, Walton acquista un franchising della catena di negozi Ben Franklin a Newport, in Arkansas, cominciando così la sua carriera impreditoriale. Il primo anno le vendite ammontano a 105mila dollari, il secondo a 140mila e il terzo a 175mila. La strategia dietro tale successo è semplice. Walton esamina quello che fanno i concorrenti, quali sono i fornitori e quali le strategie di prezzo apportate. Capisce che per poter essere competitivo deve acquistare le merci a prezzi migliori, così comincia a negoziare direttamente con i produttori.
La nascita di Walmart
Anziché puntare a guadagnare dal margine tra il prezzo di acquisto e di vendita, Walton mira ai grandi numeri, contando sul fatto che prezzi sempre bassi attirano un maggior numero di clienti. L’idea però non convince i fratelli Butler, i proprietari della catena Ben Franklin. Così, il 12 Luglio 1962, Sam Walton e suo fratello minore Bud decidono di aprire il loro primo punto vendita, il Wal-Mart Discount City, a Rogers, in Arkansas. Lo slogan We sell for less funziona. Nel 1970, l’anno in cui la Wal-Mart diventa una public company – un’azienda ad azionariato diffuso – si contano già 38 punti vendita, 1500 dipendenti e vendite per 44.2 milioni di dollari. Da questo momento in poi avviene una vera e propria ascesa. Nel 1971 sbarca al New York Stock Exchange, mentre nel 1987 i punti vendita sono 1198, i dipendenti 200mila e le vendite raggiungono quota 15.9 miliardi.
Wal-Mart oggi
Dal 2002 al 2017, Wal-Mart è la prima azienda al mondo per ricavi (eccetto per il 2006 e per il 2009, in cui Exxon Mobil Corporation, società derivata dalla Standard Oil di Rockefeller, è balzata in vetta) secondo la rivista Fortune. Wal-Mart ha infatti, con 11,652 punti vendita in 28 Paesi e 2.3 milioni di dipendenti, incassi annui di circa 485 miliardi di dollari ed utili per 13 miliardi. Cifre colossali, nate però dall’idea del risparmio, come dichiarato dallo stesso Samuel Walton
Senza dubbio, gran parte del mio rapporto con il denaro deriva dall’essere cresciuto durante un periodo decisamente povero della storia del mio Paese: la Grande Depressione.
Wal-Mart conta oggi Ipermercati – tra i 6400 e i 24200 metri quadrati – Discount – tra i 2800 e i 19100 metri quadrati – e negozi di alimentari. Dal punto di vista societario, la maggioranza delle azioni sono riconducibili alla famiglia Walton. La Walton Enterprises LLC detiene il 43%, mentre la Walton Family Holding Trust il 5,3%.
Luci ed ombre
Nel corso degli anni sono state elaborate molte analisi sulle conseguenze di Wal-Mart sui piccoli punti vendita ed in generale sulle piccole realtà cittadine. Kenneth Stone, professore di Economia all’Iowa State University, in un paper del 1997 ha osservato che, dopo dieci anni dall’apertura di un punto vendita Wal-Mart, le piccole città possono perdere circa la metà del proprio commercio al dettaglio nativo. I proprietari di negozi che si sono adattati, tuttavia, possono continuare a prosperare.
Nel 1992, il canale televisivo NBC, ripercorrendo la campagna di marketing made in America di Wal-Mart, ha scoperto che in realtà molti dei vestiti destinati ai punti vendita venivano realizzati in Bangladesh.
Il futuro tra innovazione e feroce concorrenza
Il più grande problema per Wal-Mart è la concorrenza di Amazon. Se Wal-Mart domina il mercato dei punti vendita fisici, Amazon è il leader del mercato online. Nel 2016, solo il 3% delle vendite di Wal-Mart provenivano dal sito (circa 14 miliardi e mezzo), mentre, per fare un raffronto, Amazon nel solo weekend tra il Black Friday e il Cyber Monday ha generato vendite per 2,4 miliardi, con oltre il 31% di tutte le vendite online. Non è quindi un caso che le due compagnie si stiano sfidando sull’uno e sull’altro campo di gioco.
Amazon ha da poco annunciato l’acquisizione per 13,7 miliardi di dollari di Whole Foods Market Inc., una catena di supermercati specializzata nel food bio e salutare che può contare su ricavi annui da oltre 15 miliardi di dollari. Dal canto suo, Wal-Mart sta facendo grandi investimenti per aumentare il suo volume di affari online. A Settembre del 2016 ha acquistato per 3,3 miliardi Jet.com, una piattaforma di vendita online, promuovendo il creatore della stessa Jet.com, Marc Lore, a capo dell’e-commerce.