Il World Energy Outlook (WEO) 2019 evidenzia gravi disparità nel sistema energetico globale.
Il report
Il WEO, una delle pubblicazioni più importanti dell’agenzia internazionale per l’energia, esplora l’attuale assetto del sistema energetico globale e ne cerca di predire l’evoluzione tenendo conto delle politiche attualmente implementate e delle politiche di prossima attuazione.
Inoltre, illustra le politiche necessarie per raggiungere obiettivi come assicurare accesso all’energia alle 850 milioni di persone che ne sono attualmente sprovviste e contenere il riscaldamento globale nel range di 1.5 – 2 °C.
L’attuale assetto energetico vede la Cina come principale consumatore di energia e l’India il Paese in cui il consumo di energia cresce più rapidamente, l’Africa offre invece nuove opportunità in quanto vi è la possibilità di implementare fin dal principio soluzioni a bassa intensità carbonica facendo leva sulle rinnovabili, gas ed efficienza energetica.
La produzione di combustibili fossili è concentrata nel Medio Oriente e Russia, ma gli Stati Uniti giocano un ruolo sempre più importante grazie allo shale-oil e shale-gas che li porta ad aggiudicarsi l’85% della crescita globale nella produzione di petrolio e il 30% di quella del gas da ora fino al 2030. Lo stretto di Hormutz (dove transita quasi il 25% della produzione globale di petrolio) rimane tuttavia una delle rotte principali.
In Iran è stato recentemente scoperto un nuovo enorme giacimento.
Primo scenario: nessuna nuova politica
Per quanto riguarda gli scenari futuri, se nuove politiche non saranno attuate, tenendo conto che la domanda mondiale di energia è ancora fortemente dipendente dalle fonti fossili (31% petrolio, 27% carbone e 23% gas) il documento prospetta un aumento di un quarto delle emissioni di gas serra e un aumento annuale dell’1.3% della domanda di energia fino al 2040.
Secondo scenario: bicchiere mezzo pieno
Nel caso in cui le politiche promesse vengano attuate la domanda di energia cresce dell’1% annuo fino al 2040 e fonti di energia a bassa emissione di gas serra come il fotovoltaico soddisfano metà di questa crescita e un altro terzo è soddisfatto dal gas naturale. La domanda di petrolio si appiattisce e il carbone segue a breve distanza. Il documento prospetta comunque uno scenario in cui le emissioni di gas serra non cominceranno a decrescere prima del 2040, in cui centinaia di milioni di persone rimarranno prive di energia elettrica, in cui le morti premature causate dall’inquinamento rimarranno elevate, ed, infine, dove i gas serra emessi saranno causa di cambiamenti climatici irreversibili.
Terzo scenario: cambiamento radicale
Infine il documento indica un terzo scenario in cui politiche adeguate ed incisive vengono portate avanti per raggiungere gli obiettivi sul cambiamento climatico e sull’accesso all’energia. Ovviamente tale scenario richiederebbe un rapido e capillare cambiamento di tutti gli attori coinvolti nel sistema energetico attraverso l’utilizzo di combinazioni di diversi combustibili e l’implementazione di nuove tecnologie. L’efficientamento energetico gioca un ruolo chiave nel terzo scenario così come il fatto che il consumo finale avvenga in elettricità piuttosto che in derivati del petrolio. Energia eolica e solare provvederebbero a quasi tutto l’incremento dell’energia generata. Ma aggiungere rinnovabili non basta, serve anche fronteggiare le fonti di emissione di gas serra attuali e future. Un esempio sono i numerosi impianti a carbone di nuova generazione che sono sorti e stanno sorgendo in Asia in particolare. Soluzioni praticabili per tali strutture nel terzo scenario sarebbero adeguare gli impianti con attrezzature per la cattura, l’utilizzo e lo stoccaggio del carbonio o per il co-combustione di biomassa; riutilizzarli per concentrarsi sulla fornitura di elettricità solo per aumentare la flessibilità del sistema o ritirarli prima.
Per combattere il riscaldamento globale entra in gioco anche la finanza con i green bond.