Le vendite on-line di cannabis light in Italia a marzo 2020 hanno superato, in un solo mese, i risultati ottenuti nel corso di tutto il 2019. Lo rivelano diverse aziende del settore, che in tutta la Penisola dichiarano di aver raddoppiato o anche più che triplicato le vendite. Ad essere interessate sono soprattutto quelle attività che si occupano di consegnare il prodotto a domicilio. In un periodo di forte difficoltà economica a causa dell’emergenza coronavirus, diverse aziende che operano in questo settore stanno addirittura dovendo assumere nuovo personale.
La cannabis light
Il termine cannabis light indica i fiori essiccati di canapa, noti con il nome di marijuana, con un bassissimo livello di Delta-9-tetraidrocannabinolo (THC), la molecola responsabile degli effetti psicoattivi. La marijuana in Italia, se con un livello di THC entro lo 0,2%, con margine di tolleranza fino allo 0,5%, è legale e può liberamente essere venduta ed acquistata.
Nonostante diverse battaglie portate avanti dalla destra italiana, la canapa a basso contenuto di THC è del tutto legale nella Penisola. Infatti, dei numerosi sequestri portati avanti da alcuni questori e magistrati, messi in atto per dichiarati motivi politici finalizzati a metterla fuori legge, tutti hanno portato alla restituzione della merce ed all’assoluzione degli imputati. Tuttavia, come lamentano molti imprenditori del settore, la cannabis light è soggetta ad una legislazione spesso troppo confusa. Questo apre la strada a sequestri arbitrari e sospensione delle attività commerciali su iniziativa delle autorità locali. Sebbene tali operazioni si concludano sempre con l’assoluzione, rappresentano un danno economico e d’immagine notevole.
Oltre ai problemi degli imprenditori, la regolamentazione vaga può mettere in pericolo anche la salute dei consumatori. Infatti, sebbene la cannabis light venga ascquistata per essere fumata, vaporizzata o utilizzata in cucina essa è classificata come un prodotto florovivaistico. Questo implica che le norme da seguire per la sua produzione non sono quelle pensate per un prodotto surrogato del tabacco o alimentare. Per tale ragione, come segnalò l’Istituto Superiore di Sanità quando iniziò a diffondersi il commercio di Marijuana a basso THC, essa può essere dannosa per chi la consuma. Infatti le piante possono essere legalmente coltivate e trattate con modalità nocive per il consumatore finale, ad esempio con l’utilizzo di pesticidi illegali nel caso del tabacco o degli ortaggi.
Le consegne a domicilio
Accanto al mercato della cannabis light in negozio, sono fiorite in tutta Italia piccole imprese che vendono il prodotto on-line o telefonicamente, effettuando consegna a domicilio. Di queste la più grande è JustMary, con sede a Milano, che opera, oltre che nella sua città, a Roma, Firenze, Torino e Monza. Come rivela il CEO della società, Matteo Mariotti, con l’inizio dell’isolamento per l’emergenza coronavirus le vendite dell’azienda si sono più che triplicate. Se solo a febbraio 2020 JustMary riceveva in media circa 70 ordini al giorno, con l’inizio della quarantena tale cirfa è arrivata a più di 300.
Il fenomeno è confermato, con numeri diversi, anche dalle tante altre piccole imprese che operano in Italia. Oltre alle consegne a domicilio, poi, si è registrato un picco, più contenuto, anche per quanto riguarda le vendite ai distributori automatici.
I produttori
Di conseguenza al picco delle vendite, anche i produttori di cannabis light hanno aumentato di molto il loro lavoro. Le aziende che producono marijuana a basso THC si stanno attrezzando per incrementare la produzione delle coltivazioni, attraverso assunzioni ed affitto di nuovi spazi.
Le cause
La causa più evidente del vertiginoso aumento nelle vendite di cannabis light è la noia delle molte persone costrette a restare nelle loro case. Infatti, sebbene privo di effetto psicoattivo, il prodotto ha comunque proprietà rilassanti oltre ad avere un gusto piacevole. Il principale motivo di un simile aumento della domanda, però, va cercato nei consumatori di marijuana illegale, a medio o alto contenuto di THC. Molti di questi, infatti, con la quarantena sono impossibilitati a comprare la cannabis illegale sul mercato nero. Così, in tanti hanno iniziato ad acquistare cannabis light legale, spesso anche senza averlo mai fatto prima.