Derivati
I derivati sono strumenti finanziari il cui prezzo dipende dall’andamento di un valore, cosiddetto sottostante (o underlying): può essere un tasso d’interesse, un indice, un’azione o anche il numero di giorni di pioggia in un anno. In altre parole, gli strumenti derivati sono particolari strumenti finanziari il cui valore deriva da altri strumenti finanziari o da fenomeni di altra natura.
Esempi di derivati sono i contratti future, forward rate agreement, swap e di opzione.
Il prezzo del derivato dipende dall’andamento del valore del sottostante. Il rapporto tra i due è definito da una regola scelta dalle controparti in base alle proprie esigenze.
Per esempio, il prezzo del derivato potrà salire al diminuire del valore del sottostante o viceversa, ma anche replicare l’andamento del sottostante moltiplicandone i ritorni, dipenderà dal tipo di contratto derivato scelto e dalle regole scritte in esso.
Si può essere interessati alla copertura di un rischio, andando a comprare un derivato che premi l’investitore qualora si avveri un evento negativo per quest’ultimo, oppure all’investimento speculativo: quando l’investitore non è gravato da rischi precedenti di perdite, ma vuole godere comunque dei vantaggi del contratto derivato.
Ad esempio, nel primo caso, i risultati di una società di trasporti sono molto influenzati dal costo del carburante. Dovendo comprare grandi quantità di benzina ogni anno, c’è l’interesse ad avere un prezzo stabile per tutto l’anno. Stipulando un contratto derivato con un altro soggetto, la società può investire sul prezzo della materia prima, il petrolio, senza comprare la benzina e doverla tenere in magazzino. Se il prezzo del petrolio dovesse salire, la società dovrebbe da un lato pagare di più per la benzina usata per i trasporti, dall’altro guadagnerebbe sull’aumento del valore del contratto derivato legato al prezzo del petrolio. Quindi, se si entra in un contratto derivato che permette di beneficiare dall’aumento della quotazione del petrolio, si può bilanciare l’effetto negativo sul prezzo della benzina. In tal senso la società di trasporti si copre dal rischio di variazione del prezzo della benzina.
D’altro canto, per il secondo caso, un investitore attento alle dinamiche del petrolio, aspettandosi che il prezzo di quest’ultimo salga nel tempo, potrebbe entrare nello stesso contratto per avere gli stessi benefici della società di trasporti. Non condividendone gli effetti negativi legati all’uso della benzina, l’intera operazione ha soltanto fini speculativi, ossia la ricerca di un guadagno dato dalla differenza di prezzo nel tempo.
Un’ulteriore obiettivo nell’uso di un contratto derivato può essere l’arbitraggio. In teoria, il prezzo del derivato ed il prezzo del sottostante dovrebbero essere rigidamente legati dalle regole iscritte nel contratto, ma in caso di alta volatilità del mercato ciò potrebbe venire meno. Si ha alta volatilità quando i prezzi o i valori del sottostante cambiano velocemente, in un breve lasso di tempo ed in grande misura. In tal caso, il prezzo del derivato potrebbe non riuscire a rispettare tempestivamente la regola scelta, mantenendo così una quotazione più alta o più bassa.
Si può prendere come esempio un derivato che moltiplica i ritorni di un sottostante, come nel caso dei Certificates a leva fissa che moltiplicano l’andamento del FTSE MIB. Se l’indice delle maggiori società quotate, il FTSE MIB, sale del 2%, un certificato “7x” dovrebbe moltiplicare per 7 tale ritorno, per un totale del 14%. Può capitare che per via di una notizia positiva inattesa, l’intero indice FTSE MIB salga del 4% in seguito a forti acquisti. Il Certificato a leva fissa, il nostro strumento derivato, dovrebbe salire del 28% nello stesso momento, ma se ciò non avviene e, invece, sale solo del 15%, allora un investitore attento potrebbe comprare il certificato e aspettare che la differenza si colmi. L’investitore ha così compiuto un arbitraggio, perché non ha assunto nessun rischio, avendo investito sulla base di una differenza di valore dovuta solo ad un ritardo tecnico.
Un derivato resta comunque un contratto tra due o più investitori. Può essere scambiato su mercati regolamentati o nei mercati “Over The Counter”. Nel primo caso sono contratti standardizzati come i futures, mentre nel secondo i derivati sono contratti molto personalizzati e che rispecchiano le esigenze delle parti coinvolte come i forward.