Le azioni sono titoli emessi da società per azioni (s.p.a.) che conferiscono al possessore (azionista, in inglese shareholder) il diritto di ricevere parte dei profitti (diritto patrimoniale) e a votare alle assemblee dei soci (diritto amministrativo). Un tempo erano veri e propri pezzi di carta. Al giorno d’oggi, tutto è telematico e registrato su appositi conti tramite appositi codici identificativi. Dunque, avere sul proprio conto titoli, azioni di qualche società, conferisce i medesimi diritti.
Una quota azionaria è un insieme di azioni, spesso espressa come percentuale del numero di azioni complessive della società in questione. Ovviamente, maggiore è la quota detenuta, e più forti sono i diritti che si possiedono. Ad esempio, per le azioni ordinarie, se si detiene il 5%, allora si avrà diritto al 5% dei profitti (quando distribuiti), e il proprio voto nelle assemblee peserà il 5% all’interno del computo dei voti. A seconda della percentuale detenuta, si hanno diversi tipi di azionisti:
- Azionista unico: detiene il 100%.
- Azionista di maggioranza assoluta: detiene più del 50%.
- Azionista di maggioranza relativa: detiene la quota più alta fra tutti gli azionisti, quando nessuno di loro raggiunge il 50%.
- Azionista/i di minoranza: tutti coloro che detengono quote inferiori agli altri soci.
Una caratteristica molto importante delle azioni, è che rappresentano, in gergo tecnico, una passività limitata. Con questa espressione si intende dire che gli azionisti non possono perdere più del capitale investito.
Esempio di quota azionaria
Per esempio: se l’azionista A detiene il 10% delle azioni emesse dalla società Starting Finance, e questo 10% è pari a € 100.000, l’azionista A non può perdere più di €100.000. Ciò è possibile per due motivi: il primo è che banalmente le azioni non possono avere un valore negativo. Infatti il valore minimo di un’azione teoricamente è 0, e quindi non può essere per esempio -5. Di conseguenza, la massima perdita potenziale è di € 100.000.
Il secondo è che nelle società per azioni vi è una separazione del patrimonio della società dal patrimonio personale degli azionisti. Ovvero se la società si indebita, i debitori possono aggredire solamente il patrimonio sociale della società, in questo caso Starting Finance, in cui ci sono anche i capitali dell’investitore A, ma non possono chiedere il rimborso direttamente all’investitore A. Questo avviene perché il suo denaro personale, al di fuori dei €100.000, potremmo dire che rimane “privato”, e quindi non può essere attaccato da eventuali creditori.