Oggi l’intelligenza artificiale è sempre più usata in campo bellico. Paul Scharre, direttore del Technology and National Security Program degli Stati Uniti, in Army of None: Autonomous Weapons and the Future of War espone le sue riflessioni sulle implicazioni dell’utilizzo delle AI in guerra. Bill Gates nel commentare questo libro ha definito Scharre come un pensatore profondo, oltre ad un grande esperto del settore delle armi di ultima generazione. Army of None, per Gates, è scritto bene ed in maniera semplice e scorrevole.
Scharre nel suo libro spiega come la preoccupazione per l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in campo bellico, e non solo, sia spesso se non ingiustificata eccessiva. In campo bellico, che è l’ambito in cui l’autore è più esperto, spiega come l’utilizzo di un’AI avanzata può limitare molto, se non quasi azzerare, le perdite civili. Questa permetterebbe di colpire obbiettivi strategici limitando al minimo i danni collaterali agli edifici circostanti, producendo esplosioni calcolate con sempre maggiore precisione.
Scharre spiega poi come sia assurdo per lui parlare di “macchine al comando” o “macchine che decidono in autonomia di uccidere”. Infatti, le AI utilizzate sono solo in grado di eseguire i compiti assegnati loro e di risolvere i problemi legati ad essi. Inoltre, queste rispondono prima di tutto ai comandi manuali e non al software, quindi un missile guidato da intelligenza artificiale non potrebbe prendere “iniziative”. Per creare un’AI dotata di libero arbitrio servirebbero tecnologie molto più complesse e costose.
Le intelligenze artificiali, spiega l’autore, non funzionano come in Terminator, non possono sviluppare accidentalmente una coscienza. Perché questo sia possibile è necessario costruire una complessa rete neurale artificiale, però sarebbe assurdo e controproducente farlo per un’AI progettata solo per guidare missili e distruggere l’obbiettivo impostato.
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