Una volta vista la formalizzazione per le Call, diventa semplice occuparsi delle opzioni Put. Si usano gli stessi elementi viste per la Call riguardanti scadenza T, prezzo Spot S e Strike Price K. Bisogna però ricordarsi che l’operazione di copertura, speculativa o di arbitraggio nel comprare l’opzione, questa volta sarà dettata da un’aspettativa di ribasso dei prezzi. Ancora una volta, si fa riferimento ad un’opzione di tipo europeo con diritto di esercizio solo a scadenza.
Come funziona una Put
Anche stavolta la posizione dello Strike Price K e del prezzo Spot S influenzeranno il prezzo d’acquisto della Put. Per un prezzo Spot maggiore dello Strike Price la Put sarà “out of the money”, ossia ancora non profittevole, quindi probabilmente con un premio basso. Invece, se il prezzo Spot è inferiore allo Strike Price, la Put sarà “in the money”, quindi già profittevole e con un premio molto alto. Infatti chi detiene l’opzione “in the money” la venderà solo se potrà beneficiare in parte dei profitti che ha già raggiunto. Infine, il portatore sarà indifferente all’esercizio della Put per un prezzo Spot uguale allo Strike Price K, rendendo la Put “at the money”.
Si può comprare e vendere una Put al premio p, prezzo dell’opzione. Per il venditore, il prezzo della Put p è l’unica fonte di rendimento, a cui andrà sottratto il costo opportunità di acquistare il sottostante sul mercato ad un prezzo inferiore. Infatti, in caso di esercizio della Put, chi ha scritto l’opzione, ossia la posizione corta, sarà obbligato a comprare il sottostante allo Strike Price K.
Come funziona il profilo Profit/Loss di una Short Put
Il desiderio del venditore è che la quotazione Spot alla scadenza T sia superiore allo Strike Price. Viceversa, chi assume una posizione lunga vorrebbe che la differenza K-S(T) fosse positiva. Specularmente, chi assume la posizione corta vorrebbe che fosse positiva la differenza S(T)-K. Perché puntualizzare queste grandezze?
I costi della posizione corta
Per poter comprendere meglio la seguente formalizzazione dei costi per la posizione corta:
- – max{K-S(T); 0} : scritto in questo modo, come viene spesso presentato sui libri di testo, il pay-off della posizione corta su Put è rappresentato come negativo rispetto al payoff della posizione lunga su Put;
- min{S(T)-K; 0} : è la formula con cui si identifica meglio il desiderio della posizione corta su Put, infatti rappresenta la necessità di minimizzare i costi opportunità derivanti dall’operazione.
I profitti della posizione corta
Infine, possiamo guardare ai profitti percepiti dalla posizione corta scrivendoli come: p + min{S(T)-K; 0}. Come è facile evincere dalla formula, i massimi profitti percepibili dal venditore della Put sono equivalenti al prezzo di vendita della Put. D’altro canto, nel momento in cui il venditore di Put dovesse effettivamente detenere il sottostante, sia esso un’azione, un’obbligazione, un indice o anche un future, vorrebbe dire che si ritroverebbe nel proprio portafoglio un asset che si è apprezzato. Sebbene l’apprezzamento non vada calcolato tra i profitti della singola opzione, gioverà alle finanze della posizione corta.
Nella realtà dei mercati, combinazioni di posizioni lunghe e corte su Call e Put danno vita a diversi tipi di strategie avanzate. Sia le Strategie di opzioni che le Combinazioni di opzioni hanno le loro guide dedicate. Quest’ultime aiutano il trader e il gestore di portafoglio a guadagnare da fattori più complessi rispetto al semplice apprezzamento e deprezzamento del sottostante, ma anche dalla sua alta o bassa volatilità nel tempo.