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Gli Spread: Bull Spread e Bear Spread

Lezione 4 di 5

Indice della guida

  1. 1.

    Introduzione alle strategie con opzioni

  2. 2.

    Le Covered Call

  3. 3.

    La Put difensiva

  4. 4.

    Gli Spread: Bull Spread e Bear Spread

  5. 5.

    Gli Spread: Box Spread e Butterfly Spread

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Edoardo Scirè

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Proseguendo con le strategie che implicano l’utilizzo delle opzioni, un ruolo importante tra queste viene ricoperto dagli Spread. Tali strategie si attuano attraverso portafogli composti esclusivamente da due o più opzioni dello stesso tipo con posizioni diverse. Le opzioni saranno stipulate sullo stesso sottostante e avranno la medesima scadenza. Ogni strategia Spread crea profili di profitto diversi dalle semplici Call e Put andando ad operare sulla distanza tra gli Strike Price delle opzioni usate. Per applicare queste strategie c’è sempre bisogno di un investimento iniziale.

Cos’è un Bull Spread?

Un investitore che ha aspettative rialziste su una certa azione può fare ricorso ad uno “Spread a rialzo” anche detto Bull Spread. Il Bull Spread permette all’investitore di controllare il livello massimo di perdite, limitando tuttavia i profitti ad una soglia massima. Per fare ricorso a tale strategia bisogna comprare una Call ad un certo Strike Price K1 e vendere una Call ad uno Strike Price più alto K2.

Profilo dei profitti di un Bull Spread

Il livello massimo di perdite dipenderà dal prezzo pagato per comprare la Call. A sua volta, tale prezzo dipenderà dal tipo di situazione in cui ci si trova: se si compra una Call “out of the money”, allora anche la Call venduta sarà “out of the money” perché ha uno Strike Price più alto. Il prezzo sarà molto basso per entrambe, quindi anche le perdite saranno più contenute. In tal caso si avrà anche una minore probabilità di raggiungere il livello massimo di profitti previsti.

Per una Call acquistata “in the money” ed una venduta ancora “out of the money”, i costi aumentano, ma aumentano anche le probabilità di avere una strategia profittevole, quindi nel complesso sarà meno rischiosa.

Lo stesso si può dire per il caso in cui le opzioni vendute e comprate siano entrambe “in the money”, avendo quindi il livello di minimo rischio.

La vendita della Call con Strike Price K2 finanzia in parte l’acquisto della Call con Strike Price K1. L’aumento del valore sottostante permetterà a quest’ultima di generare profitti per il portafoglio. Il livello massimo di profitti raggiungibili è dato dalla differenza tra gli Strike Price. Più K1 e K2 sono distanti, maggiori saranno i profitti massimi, tuttavia sarà anche più difficile raggiungerli.

I profitti massimi sono più alti rispetto alle perdite possibili, perché il portafoglio per un certo livello di prezzi del sottostante tra K1 e K2 beneficia sia dall’esercizio della Call lunga che del premio percepito per la vendita della Call corta. I profitti però hanno un limite superiore oltre il quale non si percepiscono ulteriori benefici, sacrificati per poter essere esposti a minori perdite e abbassare il costo complessivo della strategia.

Cos’è un Bear Spread?

Se si spera che il prezzo dell’azione scenda si può costruire una strategia chiamata “spread al ribasso” o “Bear Spread”. L’obiettivo è ancora di abbassare il rischio, al prezzo di ridurre il massimo dei profitti possibili.

Il portafoglio in questione è composto da una posizione lunga su una Put con un certo prezzo di esercizio K2 e da una posizione corta su una Put con Strike Price K1 più basso. Quindi si acquista una Put con Strike alto e si vende una Put con Strike basso.

Con la Bear Spread a prezzo di esercizio più basso corrisponde una minore possibilità di avere una Put “in the money”: la Put venduta avrà prezzo più basso rispetto alla Put acquistata. L’investitore dovrà pagare la differenza per sfruttare la strategia.

Profilo dei profitti di un Bear Spread

 

 

Se il prezzo del sottostante scende sotto allo Strike Price K1, il portafoglio genererà sempre lo stesso livello di profitti, per ogni livello di prezzo. Questo perché i profitti dati dalla Put lunga sono compensati dalle perdite che rappresentano il costo opportunità della Put corta.
Viceversa, se il prezzo del sottostante sale oltre lo Strike Price K2, la perdita data dal pagamento del premio per acquistare una Put, sono compensati in parte dalla vendita della Put con Strike Price K1.

Anche in questo caso il livello di profitti accessibile è maggiore del livello delle possibili perdite, quindi si conferma uno strumento molto utile per l’investitore che formula delle previsioni ribassiste sul titolo sottostante. Più gli Strike Price saranno distanti, maggiore sarà il livello di profitti raggiungibile.

 

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