Il 2019 è stato un anno davvero da dimenticare per i Chief Exectuive Officer, gli amministratori delegati. Solamente negli Stati Uniti, in un anno 1.640 CEO hanno perso il loro titolo: più di 4 al giorno.
La cifra è la più alta dal 2002, ed è stata pubblicata dall’agenzia Challenger, Gray & Christmas, che si occupa proprio di servizi di outplacement (ricollocazione professionale) per dirigenti.
La maggior parte degli amministratori ha lasciato il proprio posto per motivi comuni, come il pensionamento, ma ci sono molti casi notevoli e tanti scandali, per esempio quelli collegati al movimento #MeToo .
Tra le più grandi aziende che hanno cambiato CEO troviamo la Boeing, anche tra le più recenti, che ha deciso di rinnovare l’azienda dopo i due disastri aerei e il fallimento della nuova capsula spaziale. Le altre compagnie più famose che hanno rinnovato il proprio vertice troviamo:
- WeWork
- United Airlines
- Alphabet
- Best Buy
- Nike
- McDonald
- Juul
- SoulCycle
- Expedia
- Heinz
- Ebay
- Away
- Blue Apron
- Gap
- HBO
- Overstock
- UnderArmour
- Warner Bros
I nuovi amministratori sono stati scelti prevalentemente dall’esterno dalle compagnie, scavalcando quindi i candidati interni.
I motivi
I motivi dietro a questa “moria” sono diversi. Gli investitori potrebbero essere irrequieti vista la paura diffusa di una recessione alle porte, da sommare a un clima di tensione e incertezza alimentato dai conflitti in medio oriente e dalla guerra commerciale tra Usa e Cina. Le aziende quindi cercano una nuova leadership per applicare cambiamenti prima di ritrovarsi in una ennesima crisi. Un’altra ipotesi, che riguarda principalmente la Silicon Valley, è quella riguardante i cosiddetti “fondatori-guru”. Il settore tech è quello con il secondo turnover di CEO più alto, con 154 nomi, mentre il primo posto spetta al settore governativo e non profit. Prendendo come esempio WeWork, le personalità come Neumann, forse fin troppo confidenti e audaci nei loro progetti, potrebbero aver perso il loro fascino. I fondi di venture capital potrebbero aver gonfiato fin troppo l’ego di queste personalità, che quando si sono confrontate con il mercato hanno rivelato una sostanza completamente differente. A questo proposito ricordiamo appunto i fallimentari risultati di Uber e WeWork durante le loro IPO. L’ultima spiegazione, la più semplice, è quella legata all’età dei CEO. In America un amministratore delegato ha un’età media di 56 anni, dunque spesso i leader sono vicini all’età del pensionamento.