Uno dei settori nei quali i cosiddetti “data” avranno un ruolo rilevante è quello del credito bancario, sia retail (quindi rivolto a persone fisiche o giuridiche di piccole dimensioni) che corporate (rivolto a persone giuridiche di più grandi dimensioni, quest’ultime distinte per fatturato). L’analisi incrociata di una serie di variabili tra loro correlate, specialmente se operata da algoritmi di intelligenza artificiale (AI), applicata ad un sistema di rating certificato, è in grado di determinare fino ad un paio d’anni in anticipo la probabilità che l’individuo in oggetto possa cadere in default e quindi non ripagare il debito.
Ad oggi sono già numerosi i tentativi di sviluppo di tali algoritmi, sia nel mondo delle startup che in quello bancario, nel quale l’Europa ha fatto importanti passi in avanti nell’ultimo periodo. Infatti, gli alti tassi di default nel periodo post crisi finanziaria ed il conseguente peso degli NPL (non-performing loans) nei bilanci bancari, ha spinto il regolatore a promuovere una revisione dei sistemi interni alla banche orientata all’adozione di un’ottica di lungo periodo nel processo di concessione del credito.
Se le banche europee stanno sviluppando algoritmi finanziari di questo tipo, specialmente rivolti al mondo corporate, c’è chi ne ha già sviluppati per quello retail. Numerose startup quali Lenddo e ZestFinance infatti, una volta autorizzate ad accedere ai dati sensibili disponibili sullo smartphone del richiedente, sono in grado di stabilire con grandissima precisione il nostro rating.
In quest’ultimo caso ovviamente le variabili in oggetto sono di natura prettamente diversa da quelle utilizzate dalle banche, parliamo infatti di dati quali: modello del telefono, qualità della cronologia internet, utilizzo dei social, transazioni online, geolocalizzazione ed altre per un totale di circa 12.000 variabili. La grandissima capacità di prevedere la bontà del richiedente dell’algoritmo di Lenddo, ha portato quest’ultimo a stringere una partnership con FICO, una nota agenzia di rating creditizio, con l’obiettivo di espandere i loro servizi nel difficile mercato indiano.
Altri servizi che si stanno distinguendo nel campo sono quello di Amazon che, forte della sua libreria di transazioni si offre unicamente ad individui “meritevoli” e da esso selezionati tramite algoritmi AI, e MyBank di Jack Ma che sta rivoluzionando il modo di fare credito in Cina. Quest’ultima infatti, grazie alla sua facilità e velocità d’uso che consente di ricevere denaro entro 3 minuti dalla domanda di credito, ha recentemente raggiunto la soglia di 1,5 trilioni di prestiti (quasi interamente ad aziende di piccole dimensioni) ed un relativo tasso di default di circa 1%.