Il 25 febbraio 2020 era previsto uno sciopero generale di 24 ore nel settore del trasporto aereo. Ad essere coinvolti nell’iniziativa sono tutti gli operatori legati al mondo aereoportuale. Essa, tuttavia, era stata spostata dai sindacati al 2 aprile 2020, per non aggravare i problemi logistici ed economici già legati all’emergenza coronavirus nel Nord-Italia. Tuttavia, la decisione delle associazioni è arrivata solo il giorno prima della data prevista per le proteste, quindi Alitalia non è riuscita a ripristinare i voli che erano stati cancellati a causa dello sciopero.
Lo spostamento dello sciopero
La Commissione Garanzia Sciopero dello Stato aveva chiesto alle associazioni sindacali aereoportuali di spostare a dopo il 31 marzo 2020 la data dello sciopero generale di 24 ore previsto per il 25 febbraio. Il motivo della richiesta sarebbero stati i problemi logistici già dovuti al coronavirus in Italia, che sarebbero aggravati dallo sciopero previsto. I sindacati, ad eccezione del Cub, hanno accettato la proposta, spostando la data al 2 aprile.
Nel frattempo Alitalia, per far fronte alle assenze previste a causa dello sciopero, aveva cancellato circa 350 voli previsti fra il 24 ed il 26 febbraio. Sebbene lo sciopero fosse stato posticipato la risposta dei sindacati è arrivata troppo tardi. La compagnia aerea italiana non è riuscita ad organizzarsi per ripristinare i voli cancellati. Quindi, anche se i dipendenti si sono presentati a lavoro come sempre, gli aerei sono comunque dovuti restare a terra.
Le richieste dei lavoratori
Lo sciopero, previsto ormai per il 2 aprile, coinvolge tutti gli operatori del trasporto aereo ma ha come protagoniste Air Italy ed Alitalia. In particolare si vogliono attirare i riflettori sui 1.400 dipendenti di Air Italy, 900 a Milano e 500 ad Olbia, che con la prossima liquidazione della compagnia aerea della Sardegna finiranno disoccupati. Inoltre i sindacati protestano contro il forte ridimensionamento del Fondo Solidarietà, da 130 milioni ad 80 mila euro. Questo serve come ammortizzatore sociale, per supportare economicamente chi ha appena perso il suo lavoro nel trasporto aereo.
Inoltre, i sindacati chiedono che siano modificate le regole sul trasporto aereo in Italia. Sarebbe necessario, dicono le associazioni, un tavolo di lavoro ministeriale con gli esperti che lavorano nel settore. In effetti, sulle compagnie aeree italiane pesano molto le tasse troppo alte che sono obbligate a pagare negli aereoporti minori della Penisola.
La crisi del settore
Come riporta l’International Air Transport Association (IATA), il trasporto aereo vivrà un periodo di crisi a causa dei blocchi e dei timori legati al coronavirus. Secondo l’associazione internazionale, l’intero settore nel mondo perderà, a causa dell’epidemia, circa 29 miliardi di dollari. In Italia, poi, con l’esplosionie dei casi di coronavirus, tale effetto potrebbe risultare accentuato.
Alitalia è come sempre nella tempesta. Entro il 31 maggio la società dovrà essere venduta o nazionalizzata. Quasi di certo dovrà essere nazionalizzata, vista la mancanza di possibili acquirenti interessati. Inoltre, dopo gli ultimi 400 milioni di euro di soldi pubblici dati alla compagnia aerea, la commissaria alla presidenza UE, Margrethe Vestager, ha iniziato un’indagine per aiuti di Stato illegittimi. Infatti i 400 si aggiungono ai 900 milioni totali spesi per tenere in vita Alitalia dal suo commissariamento nel 2017.