Nella giornata di sabato scorso è arrivata la conferma che il Pentagono ha assegnato il contratto di cloud, per un valore di $10 miliardi, alla multinazionale cofondata da Bill Gates Microsoft.
Letta in questi termini la notizia non sembrerebbe destare molto interesse poiché è normale amministrazione che il Governo conferisca contratti a multinazionali private per servizi specifici di interesse nazionale.
Il contratto sotto interesse è il cosiddetto J.E.D.I. ovvero Joint Enterprise Defense Infrastructure. Tale accordo, di durata decennale, conferisce ad un provider di servizi digitali di fornire la propria piattaforma di elaborazione, archiviazione e recupero di dati per il Dipartimento di Difesa americano.
Alcune società hanno criticato il valore “troppo elevato” di questo contratto per un periodo di dieci anni, ma in realtà il mercato del Cloud ha già un valore di $60 miliardi annui e le prospettive di crescita attesa prevedono un valore attorno ai $100 miliardi.
L’iniziativa preliminare per il progetto JEDI è iniziata a marzo 2018 e doveva concludersi con l’assegnazione a maggio 2019 spostata poi a ottobre dello stesso anno. Dato il peso dell’affare, le compagnie in lotta erano le maggiori multinazionali del settore: Amazon, Microsoft, IBM, Oracle e Google, salvo poi quest’ultima abbandonare la corsa per le proteste degli impiegati secondo cui tale progetto non rispecchierebbe la cultura del colosso di Menlo Park.
Il problema nasce dal fatto che il contratto JEDI era stato praticamente “promesso” e “impacchettato” per Amazon, ciò confermato dall’esposto che le altre società in lizza hanno presentato al Government Accountability Office (GAO) nella quale si evince che l’accordo era troppo sbilanciato a favore della compagnia leader degli acquisti online. Tra queste Oracle stessa ha portato la questione in tribunale.
Perché il Pentagono ha improvvisamente cambiato ideato?
Dietro il cambio di assegnazione ci sarebbe il presidente Donald Trump, noto oppositore del CEO di Amazon nonchè proprietario del Washington Post Jeff Bezos. Trump si sarebbe vendicato proprio a causa dell’influenza negativa del più antico e diffuso giornale di Washington sull’elettorato statunitense, vista la linea anti-Trump di alcuni articoli. Una possibile conferma arriva dall’ultima dichiarazione del presidente di bloccare gli abbonamenti a Washington Post e New York Times.
Secondo un ex del Dipartimento della difesa, il Presidente avrebbe proprio voluto “fregare” Bezos assegnando il contratto ad un’altra società.
Il Tycoon avrebbe inoltre sfruttato il momento favorevole per premere sul Pentagono dato che il segretario della difesa Mark Esper, incaricato per l’assegnazione del contratto, si è chiamato fuori per evitare un conflitto di interessi dato che il figlio lavora per una delle società che hanno presentato l’offerta.
Dopo una settimana nera in borsa per Amazon arriva quindi il secondo schiaffo che potrebbe portare ad alcune azioni legali, per interferenze sul processo di assegnazione, contro il presidente degli Stati Uniti.
Anche in Italia si sta parlando di conflitto di interessi, con la vicenda che sta legando il Premier Conte ad una gestione impropria di fondi provenienti dal vaticano.