Il California Institute of Technology (CalTech), un’università privata statunitense, nel 2016 iniziò un procedimento legale contro Apple e Broadcom. L’istituto californiano, con sede a Pasadina, accusava le due aziende di aver violato quattro suoi brevetti, registrati, nei chip utilizzati per la connessione wi-fi in molti apparecchi con il celebre marchio della mela. Il 29 gennaio 2020 il processo si è concluso dando ragione alla CalTech. Apple dovrà pagare all’università di Pasadina 838 milioni di dollari e Broadcom 270, per un totale superiore a 1,1 miliardi. Secondo Bloomberg, si tratta del 6° più grande risarcimento mai riconosciuto da un tribunale a livello globale.
Broadcom
Al centro della battaglia legale c’era proprio un componente sviluppato e prodotto dalla Broadcom. Questa è un’azienda con sede a San Jose, in California, che collabora con Apple occupandosi della produzione di hardware e software avanzati. La società è stata accusata di aver utilizzato, nella creazione di un chip per la connessione wi-fi, delle tecnologie i cui brevetti erano stati registrati dalla CalTech. Secondo la legge statunitense, quindi, all’università sarebbe spettato un pagamento. La Broadcom invece, avrebbe sfruttato i risultati di quattro ricerche dell’istituto come se non fossero vincolate.
La difesa
L’avvocato di Apple, Joseph J. Mueller, per il processo contro il California Institute of Technology ha più volte sostenuto che anche se c’è stata una violazione dei brevetti la responsabilità sarebbe solo di Broadcom. Infatti, ha sostenuto Mueller, il colosso dei cellulari e dei computer compra dall’azienda si San Jose prodotti finiti ed ha un controllo quasi nullo sui processi di produzione e di sviluppo.
Sulla stessa linea di Broadcom, invece, a difesa di entrambe le società incriminate, Mueller ha fondato la sua difesa sul fatto che i ricercatori della CalTech avrebbero sì sviluppato le quattro tecnologie in questione ma senza pensarle per il wi-fi. Le ricerche del California Institute of Technology non avrebbero aiutato, se non in minima parte, lo sviluppo dei chip. Questo argomento è stato, però, ritenuto troppo debole dalla giuria, che ha dichiarato colpevoli sia Apple che Broadcom. Le due società condannate a pagare la multa da 1,1 miliardi di dollari, tuttavia, non si arrendono ed i loro portavoce hanno reso noto che intendono fare ricorso.