Il coronavirus (CoVid-19) si sta rivelando un disastro per l’economia mondiale paragonabile alla crisi del 2008. La Banche Centrali, la Banca Centrale Europea nel Vecchio Continente e la Federal Reserve negli Stati Uniti, stanno tentando di correre ai ripari. Tuttavia, se negli Stati Uniti si sono trovati con un ampio margine di manovra nell’abbassare i tassi d’interesse e stimolare l’economia la situazione è stata molto più difficile nell’Unione Europea. Infatti, i tassi d’interesse offerti dalla BCE erano già stati molto abbassati per il secondo Quantitative Easing, il quale in effetti era noto avrebbe portato una maggiore vulnerabilità in caso di imprevisti.
La situazione in Italia
I primi contagi da coronavirus sono stati registrati in Cina nel dicembre 2019, con la prima vittima accertata l’11 gennaio 2020. In Italia l’epidemia è arrivata a partire dal 29 gennaio, data in cui due turisti cinesi sono stati ricoverati presso l’Istituto Spallanzani di Roma. Il primo caso di trasmissione secondaria è stato invece a Codogno, comune in provincia di Lodi, il 18 febbraio. Il 9 marzo 2020 i morti nel mondo hanno superato quota 3800 e l’Italia presenta il maggior numero di trasmissioni, preceduta solo da Cina e Corea del Sud.
La facile trasmissibilità del CoVid-19 rappresenta una grave minaccia per la salute pubblica e per l’economia. Facendo riferimento all’Italia, la chiusura delle attività commerciali in regioni come la Lombardia ed il Veneto (contribuenti al PIL per oltre il 31%, dati del 2017; fonte: Milano Finanza) e gli altri fenomeni come la riduzione significativa dei turisti causeranno danni incalcolabili. Ciò ha determinato il necessario intervento dello Stato per rilanciare il Prodotto Interno Lordo.
Il governo è intervenuto dal lato della politica fiscale, annunciando un pacchetto di aiuti all’economia per 7,5 miliardi di euro. Esso comprende:
<<Misure per sostenere una moratoria dei crediti alle imprese da parte del sistema bancario, risorse per il Servizio sanitario nazionale, la protezione civile e le forze dell’ordine, misure che ci consentiranno di sostenere i redditi e salvaguardare l’occupazione e potenziare gli ammortizzatori sociali>> (fonte: Il Fatto Quotidiano).
Il via libera del Parlamento italiano all’aumento del deficit, con il voto previsto l’11 marzo 2020, determinerebbe un maggior indebitamento per € 6,35 miliardi. Nel caso si dovrà chiedere all’Unione Europea di innalzare il deficit massimo consentito dal 2,2% al 2,5% del PIL.
L’intervento della BCE
Il 2 marzo 2020 la Presidente della BCE, Christine Lagarde, ha annunciato:
<<L’epidemia Coronavirus è una situazione in rapido sviluppo, che crea rischi per le prospettive economiche ed il funzionamento dei mercati finanziari. La BCE sta monitorando da vicino gli sviluppi e le loro implicazioni per l’economia, l’inflazione di medio-termine e la trasmissione della nostra politica monetaria. Restiamo pronti a prendere misure appropriate e mirate, in maniera necessaria e commisurata ad i rischi sottostanti” (fonte: europa.eu).
Nessuna mossa effettiva è stata dunque ancora messa in pratica da parte della Banca Centrale Europea i cui margini di manovra sono davvero molto limitati. Questo perchè con il secondo QE (Quantitative Easing, in vigore a partire da Novembre 2019 ad un ritmo di € 20 miliardi al mese) ed il TLTRO III (Targeted Longer-Term Refinancing Operations, operazioni mirate di rifinanziamento a lungo termine che offrono agli enti creditizi dell’Eurosistema finanziamenti con scadenze pluriennali, condotte trimestralmente) la BCE ha già i tassi d’interesse più bassi tra le principali Banche Centrali del mondo. Si sta verificando la temuta trappola della liquidità. Infatti, l’istituto guidato da Lagarde registra un tasso sui depositi nettamente negativo, al -0.50%:
L’intervento della FED
Il 3 marzo 2020 la Federal Reserve ha tagliato i propri tassi d’interesse ben di 50 punti base, portando i tassi interbancari nel range 1-1,25%. Come affermato dal Governatore della FED, Jerome Powell:
<<Nonostante i fondamentali dell’economia americana restino forti, io ed i miei colleghi abbiamo preso questa decisione per aiutare l’economia USA a rimanere tale di fronte ai nuovi rischi sulle prospettive economiche>>(fonte: CNN).
Le prossime decisioni di politica monetaria saranno prese il 12 marzo dalla BCE ed il 18 marzo dalla FED. Tuttavia, come affermato da Jurrien Timmer, direttore della divisione Global Macro presso la Fidelity Investments:
<<La politica monetaria non può risolvere da sola la questione mondiale relativa al comparto salute ed altri problemi economici, come i disagi nell’industria manifatturiera”(fonte: CNBC).