La Borsa di Hong Kong (Hong Kong Exchanges and Clearing) ha offerto 32 miliardi di sterline, equivalenti a 36 miliardi di euro, per acquistare il London Stock Exchange (LSE), la principale Borsa della Gran Bretagna. L’istituto finanziario asiatico ha inoltre dichiarato che si farebbe carico di tutti i debiti dell’LSE. Questa proposta era del tutto inaspettata ma, nel momento di incertezza che Londra sta vivendo, non è affatto assurda.
Cosa c’entra Piazza Affari
Se il London Stock Exchange accettasse la proposta della Borsa di Hong Kong l’operazione includerebbe anche l’acquisizione di Piazza Affari. Infatti l’LSE nel 2007 acquistò Piazza Affari per 1,6 miliardi di euro. Quindi la Borsa Italiana e la Borsa britannica sono di fatto parte della stessa compagnia.
L’acquisizione potrebbe essere ostacolata dal governo italiano, facendo ricorso al così detto Golden Power, un apparato legale che permette all’esecutivo di bloccare operazioni finanziarie giudicate contrarie agli interessi del paese.
Gli interessi di Hong Kong
Hong Kong ha diversi interessi nell’acquisire una banca europea. Oltre al palese vantaggio di entrare in un nuovo mercato, la Borsa asiatica mira alle competenze tecniche di altissimo livello che il London Stock Exchange può vantare. Inoltre ci sono ragioni geopolitiche.
A fronte delle grandi proteste anti-Pechino che stanno scuotendo da mesi la città-Stato, le élite di Hong Kong hanno interesse a fare qualcosa per mantenere buoni i rapporti con il governo cinese. Gli investitori di Hong Kong non vogliono rischiare un intervento militare cinese per sedare le proteste. Tale timore non è affatto esagerato, viste le ripetute esercitazioni, di avvertimento, svolte dall’esercito cinese al confine della città-Stato. Uno sbocco sulla finanza occidentale può essere una merce molto interessante per la Cina. Così gli investitori hongkongesi, rendendosi utili per Pechino, sperano di scongiurare possibili ritorsioni.