Negli ultimi 12 mesi, secondo quanto riportano le stime di Morgan Stanley, le aziende quotate in UE hanno riacquistato azioni proprie per una spesa record pari a 100 miliardi di dollari. Nell’ultimo anno infatti, le operazioni di buyback in Europa – tradizionalmente associate alle aziende USA- rappresentano il 20% del total return degli azionisti e guidano la performance delle azioni molto più di quanto non lo stiano facendo le politiche dei dividendi, con conseguenze molto positive in borsa.
Cos’è il buyback?
Il buyback è letteralmente il riacquisto di azioni proprie da parte di una società quotata, il cui scopo è quello di rafforzare il valore per gli azionisti riducendo il numero di azioni presenti sul mercato e, di conseguenza, aumentando il valore di quelle rimanenti. Questa strategia finanziaria, specialmente negli ultimi anni, sta avendo un notevole successo contro la politica tradizionale del pagamento dei dividendi, in quanto permette di mantenere alte le valutazioni, sostenere gli indici, diminuire il numero di azioni circolanti e garantire dividendi e bonus.
Non solo una questione corporate
La giostra del buyback riguarda tutti, dalle grandi multinazionali fino al settore bancario, per il quale queste operazioni stanno diventando sempre più frequenti. Soprattutto in periodi di elevata incertezza, appare chiaro come banche più solide e liquide avranno certamente minore difficoltà nel soddisfare le richieste di capitale dell’economia reale. Per questo motivo sempre più istituti di credito decidono di riacquistare le proprie azioni a sconto: tra questi spicca UniCredit che, a meno di una settimana dal nuovo piano industriale triennale previsto per il 3 dicembre, apre le porte al buyback e punta un miliardo di euro nel social banking. Il mercato ha risposto in positivo e nonostante i rumors su possibili operazioni di M&A (fusione e acquisizione) – specie con Societe Generale, la strategia di ristrutturazione messa a punto dal CEO Jean Pierre Mustier prosegue lungo la vendita di asset e il taglio dei costi, manovre entrambe necessarie per ottenere il capitale utile al riacquisto. Con un numero inferiore di azioni outstanding e il prezzo in salita, appare chiaro come la tattica del buyback risulti una scelta vantaggiosa non solo per chi riacquista, ma anche per tutti quegli azionisti che si troveranno nella posizione di poter vendere le proprie azioni a un prezzo premium rispetto a quello di mercato.
Alcuni detrattori del buyback criticano queste operazioni perché sottraggono liquidità a possibili investimenti che potrebbero dar luce a nuove società. Una strategia utilizzata da grandi società con molte controllate è proprio investire in “spin-off” che possono quotarsi in borsa attraverso una IPO.