L’ambizione della Cina è arrivata alle stelle, con Pechino che ormai punta a diventare la prima potenza economica e geopolitica mondiale. Per lungo tempo USA ed Unione Europea hanno sottovalutato la capacità economica e la penetrazione politica del Paese e lo hanno considerato più come un emulatore piuttosto che un temibile avversario. Invece, contro ogni previsione, la Cina risulta in testa ai processi d’innovazione tecnologica e di sviluppo industriale.
L’ascesa della Cina
Il mercato cinese è sempre apparso agli investitori occidentali come un’ottima opportunità d’investimento, sia per la manifattura a basso costo che per l’attrattiva di nuovi settori in espansione. La Cina, in quanto Paese in via di sviluppo, è arrivata tardi nel processo d’innovazione rispetto agli Stati più industrializzati. Per questo motivo Pechino ha dovuto convincere delle aziende occidentali a trasferire nel suo territorio una parte delle loro attività, ottenendo in cambio know how, l’accesso alle nuove tecnologie e soprattutto le infrastrutture.
Accogliendo le aziende straniere, la Cina ha potuto beneficiare per anni di investimenti in ricerca e sviluppo ed ha potuto così riqualificare la sua posizione competitiva nel quadro internazionale, scendendo in campo con progetti innovativi e prodotti a basso prezzo. La tattica di Pechino è stata quella di acquistare enormi quantità di brevetti e diritti di proprietà intellettuale, finendo per dare del filo da torcere ai suoi stessi maestri occidentali.
Il faccia a faccia tra USA-Cina
Gli USA guardano all’ascesa cinese con preoccupazione, sia per l’innovazione che per la centralità di Pechino nel panorama politico internazionale. Uno scontro, non militare, fra i due colossi era dunque prevedibile. Le misure restrittive adottate dal Presidente degli Stati Uniti, Donad Trump, di cui i dazi sono l’emblema, rientrano all’interno di una strategia politica di contenimento. L’obiettivo è quello di rallentare lo sviluppo della Cina ed evitare che possa soddisfare le sue ambizioni imperialiste. Eppure, nonostante USA e Cina siano giunte ad un accordo commerciale, di cui la firma è attesa per gennaio 2020, non sono da escludersi ulteriori tensioni con picchi di intensità variabili.
Una situazione dal futuro incerto
In risposta alla domanda circa il futuro ruolo della Cina rispetto agli USA, ci sono due possibili punti di vista. Per i più pessimisti si attende l’arrivo di una nuova Guerra Fredda che capovolgerà gli attuali rapporti d’ordine economico e politico. Sul versante opposto, invece, c’è chi auspica la creazione di nuove alleanze strategiche grazie alle quali diventerebbe possibile attuare delle politiche di contenimento dell’influenza cinese ed adottare linee di condotta più stringenti in materia di appropriazione e analisi dei dati.