Oggi la National Aeronautics and Space Administration (NASA) compie 61 anni: il 29 Luglio 1958, l’allora presidente degli Stati Uniti Eisenhower, firmò il National Aeronautic and Space Act, che diede vita all’agenzia governativa tra le più iconiche al mondo. Pochi giorni fa è stato anche l’anniversario della missione di maggior successo dell’agenzia, ovvero la missione Apollo 11, che portò per la prima volta l’Uomo sulla Luna 50 anni fa.
Nonostante i successi ottenuti e l’impatto sulla ricerca aerospaziale, la NASA è stata spesso oggetto di critica per gli enormi costi di cui necessita, facendo circolare l’idea de “il gioco non vale la candela”.
La NASA, essendo una agenzia federale, riceve i suoi fondi dal budget federale approvato dal congresso degli Stati Uniti. La cifra stanziata per il 2019 è di 21.5 miliardi di dollari, un aumento di quasi il 4% rispetto al 2018.
Sebbene questo aumento, recenti dichiarazioni hanno reputato comunque insufficienti questi fondi per portare a termine il progetto “Artemis”, ovvero l’ambizioso tentativo di riportare l’Uomo (e la prima donna) sul nostro satellite, questa volta per restarci.
Non fa poi buona pubblicità l’ultimissimo sistema di lancio di casa NASA, lo Space Launch System, che accumulando un ritardo dopo un altro è diventato un progetto a rischio: sono stati spesi più di 30 miliardi di dollari per un razzo che potrebbe diventare obsoleto al momento del suo primo volo, con un costo per lancio di almeno 500 milioni di dollari.
Il cittadino medio statunitense, non contento del suo contributo “oneroso”, che in realtà è inferiore ai 100$ annui, si chiede quanto sia costata la supremazia americana nei confronti soprattutto della Russia. Per esempio, quanto è costato andare sulla Luna? Ebbene, il programma Apollo è costato circa 20,2 miliardi di dollari (28 se si considerano le missioni propedeutiche) nel 1969. Rapportare questa cifra ad oggi non è per niente semplice. Secondo alcuni studi, utilizzando il deflatore dei prezzi si arriverebbe a 153 miliardi di dollari contemporanei. Secondo The Planetary Society, se invece di usare l’indice di inflazione generale si usasse il New Start Index relativo ai soli progetti spaziali si arriverebbe addirittura a 288 miliardi odierni. Diciamo che i vari calcoli hanno portato ad un range approssimativo tra 150 e 250 miliardi di dollari.
Le argomentazioni al riguardo restano pressocché soggettive. Sicuramente è innegabile che tali missioni, oltre a rappresentare grandi traguardi per l’umanità intera e grandi risultati della scienza e della tecnologia, abbiano anche avuto delle ricadute positive sulla nostra quotidianità, come l’introduzione di tecnologie come filtri per l’acqua e coperte termiche.
Gli investimenti della NASA hanno poi dettato l’apertura dello spazio ai viaggi privati, che potrebbe diventare uno dei business del prossimo futuro, permettendo all’agenzia aerospaziale di raggiungere nuovi traguardi fino ad oggi impensabili ad un costo ridotto.