Mentre nel mondo il coronavirus continua a diffondersi a ritmi allarmanti la Cina è vicina a sconfiggere l’epidemia. Il Presidente della Repubblica Popolare, Xi Jinping, il 10 marzo 2020 si è recato nella città di Whuan, da dove sono iniziati i contagi, per la prima volta dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Infatti, il 9 marzo il numero di nuovi contagiati è stato molto basso e, visto il trend, è probabile che a breve questo toccherà lo zero. Si sono registrati solo 19 nuovi casi in Cina, 17 nella provincia di Hubei, della quale Whuan è la capitale, 1 a Pechino ed 1 nel Guandong. Per ottenere tale risultato il regime cinese ha imposto regole molto dure, che imponevano l’arresto per chi usciva di casa senza autorizzazione, con le strade pattugliate da polizia ed esercito.
Per leggere tutte le notizie di Starting Finance sul coronavirus clicca qui
La Cina non è più il centro dell’epidemia
Nel mondo i contagi da coronavirus continuano a salire, il 9 marzo 2020 si contavano 114.458 casi verificati e 4.025 morti. Di questi, rispettivamente, 80.754 e 3.136 in Cina. Tuttavia, pare sia finito il tempo in cui si poteva considerare la Repubblica Popolare come centro dell’epidemia. Grazie al calo dei malati da coronavirus, le autorità locali della provincia dello Hubei hanno potuto smantellare uno dopo l’altro i 16 ospedali da campo allestiti per l’emergenza. L’ultimo è stato chiuso proprio il giorno della visita del Presidente Jinping.
Il contagio di ritorno
I due nuovi contagiati in zone non colpite dall’epidemia, a Pechino e nel Guandong, secondo quanto dichiarato dalle fonti ufficiali cinesi, sarebbero tornati rispettivamente dalla Gran Bretagna e dalla Spagna. Questi, quindi, avrebbero preso il coronavirus proprio in Europa. Infatti, le autorità cinesi si dicono preoccupate per la possibilità che si verifichi un contagio di ritorno, ovvero che l’epidemia torni nella Repubblica Popolare da altri paesi infetti. Inoltre, le autorità sanitarie cinesi mettono in guardia circa l’ipotesi che alcuni pazienti possano continuare ad essere contagiosi anche per alcuni giorni dopo essere guariti.
La Corea del Sud
Anche in Corea del Sud, secondo Paese per numero di contagiati, i nuovi casi di coronavirus sono in forte calo. Lo Stato asiatico, infatti, fu colpito duramente dalla SARS e per questo disponeva già di ottime infrastrutture per combattere le epidemie.
Il virus si è diffuso tanto in Corea del Sud solo per colpa della setta religiosa segreta cristiana detta Shincheonji, che letteralmente significa “i nuovi paradiso e terra”. L’organizzazione conta circa 240 mila seguaci ed è nota anche come “Chiesa di Gesù e del Tempio del Tabernacolo”. Secondo i leader della Shincheonji il coronavirus era un test da parte di Dio e l’unico modo per sopravvivere alla malattia sarebbe stato pregare ed avere fede. Così migliaia di infetti nel paese rifiutarono le cure e si impegnarono a nascondere i sintomi portando l’epidemia ad un livello critico.