Secondo le analisi della Federazione Italiana Dettaglianti dell’Alimentazione (FIDA), con le misure per contrastare l’emergenza coronavirus i guadagni dei piccoli negozi alimentari stanno aumentando moltissimo rispetto al solito. Lo rivela Donatella Prampolini, presidentessa dell’associazione legata a Confcommercio. Inoltre, sempre per quanto riguarda il settore alimentare, sono di quattro volte superiori alla norma i clienti che usufruiscono di servizi di consegna a domicilio. Le forniture di cibo ed altri beni di prima necessità sono costanti, tuttavia a causa degli effetti dell’emergenza sanitaria possono spesso esserci ritardi con i tempi di consegna ai punti vendita. Infatti, i magazzini hanno ridotto il personale in servizio ogni giorno, per evitare l’affollamento, ed i camion sono sottoposti a più controlli.
I profitti dei piccoli negozi
Con il decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dall’11 marzo 2020 almeno fino al 3 aprile la libertà di movimento degli italiani è stata molto ridotta. Per contenere i contagi da coronavirus nella Penisola sono state obbligate alla chiusura tutte quelle attività commerciali che non offrono prodotti o servizi di prima necessità. La raccomandazione delle istituzioni è di spostarsi il meno possibile e, in effetti, molti sono scoraggiati anche dai frequenti controlli della polizia per le strade.
In questo contesto molte persone sono spinte, anche per quanto riguarda gli acquisti di prima necessità, a limitarsi ai negozi vicini alla propria abitazione. Così tanti piccoli alimentari, in particolare nelle zone più isolate, stanno registrando un numero di clienti giornalieri superiore in modo netto alla norma. Secondo la FIDA, si sta riscontrando un aunento dei profitti per questo tipo di attività in media del 50%. Alcuni punti vendita raggiungono anche picchi del 120%. Questo accade nonostante il trend iniziale, che ha visto un vertiginoso aumento dell’acquisto in Italia di prodotti alimentari nella prima settimana dopo l’inizio della “quarantena collettiva”. I consumatori sono tornati al loro livello di spesa abituale, come osserva Claudio Gradara, membro di Federdistribuzione.
Sempre più persone, per evitare il rischio di perdere tempo con i controlli della polizia, preferiscono restare nei dintorni della loro casa, senza bisogno di prendere la macchina. Così, tanti che prima usavano andare ai supermercati stanno riscoprendo i negozi alimentari al dettaglio.
Le consegne a domicilio
I servizi di consegna della spesa a domicilio sono quadruplicati rispetto al periodo precedente all’emergenza coronavirus. Sempre più persone, per necessità, comodità o timore, si fanno portare la spesa a casa. Per questo lavoro, gli operatori che si occupano del trasporto nelle abitazioni devono rispettare un protocollo ben definito. Per gli anziani e le persone impossibilitate ad uscire, inoltre, comuni ed associazioni stanno organizzando gruppi di volontari che eseguano gratuitamente le consegne.