Prima che gli Stati Uniti venissero travolti dallo tsunami del coronavirus, quello del Real Estate era uno degli asset strategici più interessanti dal punto di vista remunerativo. Sorretta da una politica monetaria accomodante, la vendita del mattone a stelle e strisce era aumentata del 7,9% nel solo mese di gennaio, facendo schizzare il valore degli immobili alle stelle. Questo rimbalzo trova giustificazione nel rapporto sbilanciato tra domanda e offerta, con un eccesso a favore della prima.
L’andamento viene anche confermato dal report pubblicato dalla Mortage Bankers Associations (MBA), che a inizio anno ha visto un rally delle domande di mutuo trentennale al 15,5%, sorrette da tassi di interesse molto bassi e da una relativa stabilità del mercato. Con il 90% delle attività bloccate a causa della pandemia in corso, tuttavia, adesso anche il mattone è costretto a fare i conti con la crisi.
S&P CoreLogic Case-Shiller Index
Lo Standard and Poor’s Case-Shiller Home Price è un indice mensile ideato dagli economisti Karl Case e Robert Shiller, ai quali deve il nome. L’Indice rappresenta un termometro dell’andamento del prezzo degli immobili nelle principali aree metropolitane degli Stati Uniti dal 1987 ad oggi.
A febbraio esso ha riportato un aumento dei prezzi del +3.1% rispetto al mese precedente, con un modesto ritmo di rialzo lungo tutti gli States. Questo rimbalzo riflette la crescente euforia emersa a inizio anno nel mercato immobiliare, periodo in cui il valore di mercato eccedeva quello intrinseco. Ma con l’impatto della pandemia questa disparità adesso rischia di diventare problematica. La paralisi degli affitti, il blocco del turismo e il problema della liquidità hanno infatti congelato la domanda per il Real Estate e il valore degli asset ha iniziato gradualmente a sgonfiarsi. Così, nel mese di marzo l’Indice ha invertito la curva perdendo mezzo punto percentuale.
Dalle stelle alle bolle
Il congelamento forzato delle città e il ricorso per necessità allo smart working stanno mettendo in estrema difficoltà il lavoro dei broker immobiliari. Le piattaforme online infatti non riescono ad attirare la fiducia dei clienti quando si tratta di beni dal costo molto elevato. Allo stato attuale la situazione si fa delicata soprattutto sul versante del debito: con oltre 700 mila nuovi disoccupati, gli USA devono fare i conti con il problema della solvibilità. Nel caso in cui l’economia dovesse rimanere ferma a lungo, è chiaro che sempre più persone si troveranno a fare i conti con l’incapacità di adempiere alle proprie spese. E più continua questo spettro di incertezza, più la bolla debiti immobiliari (tra vecchi e nuovi) rischia di scoppiare.