Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale (BM) con il Covid-19 stanno affrontando una delle più importanti sfide della loro storia. Le due Organizzazioni Internazionali, nate con la Conferenza di Bretton Woods nel luglio del 1944, dall’inizio della pandemia stanno cercando di elaborare misure efficaci per affrontare le difficoltà degli Stati membri. Da una parte il Fondo Monetario Internazionale sta semplificando le regole e le procedure interne, in modo da poter rispondere con rapidità, agilità ed in maniera commensurata al fabbisogno dovuto alla crisi mondiale. La Banca Mondiale, invece, si trova divisa tra questioni relative ai Pandemic Bond e l’approvazione di un pacchetto da 14 miliardi di dollari per assistere i Paesi e le aziende delle zone più colpite.
Il Policy tracker e le vie unilaterali dell’FMI
I Paesi europei e del resto del mondo stanno rispondendo alla crisi generata dal Covid-19 utilizzando spesso delle politiche innovative e mai sperimentate in precedenza, cercando di apprendere gli uni dagli altri le soluzioni che offrono i migliori risultati. Per facilitare questo processo, il Fondo Monetario Internazionale ha creato il Policy tracker. Tale strumento raccoglie e rende disponibili informazioni su come i singoli Stati membri dell’FMI (189 Paesi) stanno gestendo i problemi legati al coronavirus. Inoltre, sono in esso registrati gli effetti delle politiche messe in atto. All’interno del tracker ogni Stato pubblica le cosiddette key policy responses, ovvero le misure principali adottate in materia di politica fiscale, monetaria, macrofinanziaria e di cambio.
Per quanto concerne le vie unilaterali sono già 70 i Paesi membri dell’FMI che hanno chiesto assistenza di fondi a rapida distribuzione ed a basse condizioni, per un totale di oltre 50 miliardi di dollari. Poul. M. Thomsen, direttore del dipartimento europeo del Fondo, afferma:
<<Altri Stati seguiranno, in tutta probabilità, quello che (già) rappresenta il più ampio numero di Paesi ad aver ricevuto l’assistenza del Fondo in un periodo specifico>>.
I Pandemic Bond della Banca Mondiale
Nel giugno del 2017 la Banca Mondiale ha lanciato le obbligazioni specializzate, PEF (Pandemic Emergency Financing facility) o Pandemic Bond, per convogliare i finanziamenti ai Paesi in via di sviluppo in caso di pandemia. Per la prima volta, con il coronavirus, tali obbligazioni della BM sono state attivate. Con una scadenza fissata a fine 2020, il loro controvalore ammonta a poco più di 320 milioni di dollari.
I PEF pagano delle cedole molto alte ma a condizioni onerose. Con lo scoppio di una pandemia i detentori di queste obbligazioni non hanno la garanzia riguardo il rimborso del capitale. Il finanziamento tramite i PEF viene attivato quando un focolaio epidemico raggiunge dei livelli prestabiliti di contagio, di decessi, di velocità di diffusione e se la malattia supera i confini nazionali. All’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) spetta, a questo punto, il compito di dichiarare lo stato di pandemia. Tuttavia, devono essere necessariamente passate 12 settimane dall’inizio dell’epidemia. Nel caso del Covid-19, tale periodo di attesa è finito dal 23 marzo 2020.
Un pacchetto di finanziamenti da 14 miliardi di dollari
Il consiglio d’amministrazione della Banca Mondiale e dell’IFC (Società Finanziaria Internazionale) ha approvato un pacchetto di finanziamenti da 14 miliardi di dollari per assistere le aziende ed i Paesi nei loro sforzi per rispondere alla rapida diffusione del Covid-19 ed ai suoi effetti. La maggior parte del finanziamento si rivolge alle istituzioni finanziarie. Questo per consentire loro di continuare ad offrire finanziamenti commerciali, sostenere il capitale di esercizio ed aiutare le società private che lottano contro le interruzioni delle catene produttive. Il pacchetto di finanziamenti tutela anche le imprese nei settori economici più colpiti dalla pandemia, come il turismo. Inoltre, gli aiuti interessano anche le realtà impegnate nel combattere il virus, comprese le industrie sanitarie, che devono far fronte alla crescente domanda di servizi, attrezzature mediche e prodotti farmaceutici.