Il 9 Agosto la Lega ha presentato una mozione di sfiducia verso il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, così da far tornare in auge lo spettro della crisi di governo. L’Italia, dal canto suo, non è nuova a situazioni di instabilità politica che hanno contribuito a trainarla a fanalino di coda dell’Eurozona.
Generalmente le crisi affrontate dal governo italiano sono state crisi extra-parlamentari, ovvero dovute a questioni interne ai partiti politici che formano la maggioranza, e non a voto di sfiducia.
Nella storia repubblicana del nostro paese solo un Presidente del Consiglio, Romano Prodi, in due legislature diverse, ha dovuto rimettere il suo mandato a causa della fiducia persa con un voto parlamentare.
La crisi odierna è probabilmente la prima del suo tipo, con una mozione di sfiducia verso il Presidente del Consiglio (non una mozione su una risoluzione come nel caso Prodi), perlopiù sollevata da un partito della maggioranza al governo.
L’esito di tale iter potrebbe mettere di nuovo in moto la macchina delle elezioni politiche, che un costo ce l’ha eccome e sarebbe sostenuto in parte dai contribuenti.
Per le elezioni del 2013 il costo totale è stato stimato in 389 milioni di euro.
Il Viminale, sede della presidenza del Consiglio e del Ministero dell’Interno, è stato il dicastero che ha necessitato di una quota maggiore di fondi, 315 milioni. Di questi circa il 75% è andato al Dipartimento Affari interni e territoriali.
Oltre al Ministero dell’Interno seguono il Ministero dell’Economia con 38 milioni, il Ministero degli Esteri con 33 milioni e il Ministero della Giustizia con 14 milioni.
Superano le 60 mila unità le forze dell’ordine e di sicurezza pubblica impiegate per il normale svolgimento delle votazioni. Ammontano a 73 milioni le spese del solo Dipartimento Pubblica Sicurezza.
Uscite consistenti sono quelle per i seggi elettorali con 223 milioni e ben 10 milioni per le “facilitazioni di viaggio”.
Considerando tutti i costi (alcuni di essi non sono stati menzionati) si è stimato a circa 6135 euro il costo per sezione. Questa cifra rapportata ad oggi sarebbe verosimilmente inferiore poiché con il nuovo sistema elettorale, il Rosatellum, le sezioni sono passate da 61597 a 61552.
Il costo di una nuova elezione oggi si potrebbe stimare quindi ad una cifra approssimativamente inferiore ai 400 milioni.
Oltre ai costi necessari per una nuova tornata elettorale ricordiamo l’annosa questione della legge di bilancio che necessita di 23 miliardi entro il 31 dicembre per scongiurare l’aumento dell’IVA al 25%. Il costo di tale aumento si riverserebbe sulle tasche degli italiani per 541 euro in media all’anno (fonte IlSole24ore).