Quello di lunedì 22 luglio è stato un primo giorno di quotazione da ricordare per il listino tecnologico cinese dal nome STAR Market (Science and Technology Innovation Board), degno rivale del corrispettivo americano Nasdaq.
Il rally medio è stato del +140% per le prime 25 società incluse nell’indice, che punta a favorire lo sviluppo delle realtà tecnologiche innovative e al contempo a riportare in patria le numerose startup cinesi espatriate in altri listini di borsa.
L’interesse degli investitori è riuscito a superare le aspettative di raccolta, che si limitavano ad un +20% nel giorno del debutto: ben $5,4 mld raccolti e domanda pari a 1.800 volte l’offerta. Degno d’attenzione il picco del +520% toccato in una sola giornata da una delle 25 aziende, Anji Microelectronics, specializzata nel mercato dei semiconduttori. In attesa degli unicorni da $1 mld, per ora assenti, 140 società sono già in lista d’attesa per la quotazione.
La Borsa di Shanghai inizia a competere sempre più da vicino con New York ed Hong Kong ma in questo caso le condizioni di ammissione alla negoziazione sembrerebbero più blande: nessun cap alle oscillazioni di prezzo nei primi cinque giorni di trading, accesso al mercato anche senza lo status di company profittevole e assenza del requisito di preventiva autorizzazione governativa. In aggiunta a ciò vi è la possibilità di effettuare operazioni ribassiste sui titoli inclusi nell’indice, ma il tutto a due condizioni: mercato riservato a trader professionali con almeno due anni di esperienza e $103.000 disponibili nei propri account di trading: un Chinese Dream non proprio alla portata di tutti.