Alle ore 18 del 22 gennaio 2020 Luigi Di Maio annuncerà ufficialmente, in una conferenza al Tempio di Adriano a Roma, che lascerà il ruolo di capo politico del Movimento 5 Stelle. La guida della forza politica sarà affidata in via provvisoria a Vito Crimi, vice-ministro dell’Interno con il governo Conte II, in attesa degli Stati Generali del Movimento previsti a metà marzo. La decisione di Di Maio è stata anticipata nella riunione dei ministi 5 Stelle, la mattina sempre del 22 gennaio.
La reazione dei mercati
I mercati finanziari hanno accolto con serenità la notizia. Infatti, anche se la mossa di Di Maio mette in discussione la stabilità dell’Esecutivo italiano nel futuro prossimo, il ministro degli Esteri del governo Conte II era visto come una figura problematica. Lo Spread BTP-Bund, subito dopo che la notizia è trapelata è salito dell’1.44%, a 170 punti, per poi riscendere rapidamente nel corso della giornata a 152 (ore 14), con un -1.51%. Leggerissimo calo dell’indice FTSE MIB di Piazza Affari, che dopo una reazione negativa subito dopo la notizia è in poco tempo rientrato delle perdite.
La reazione quasi positiva dei mercati, che di solito soffrono le situazioni d’incertezza, può essere spiegata dalla figura di Di Maio e dell’ala del Movimento 5 Stelle che rappresenta. La speranza degli investitori, infatti, è che il ritiro del capo politico del partito possa segnare l’emergere di una nuova ala, con posizioni meno estreme dal punto di vista economico.
Il Reddito di Cittadinanza
Il maggiore lascito politico di Luigi Di Maio capo dei 5 Stelle è stato il Reddito di Cittadinanza. Questo prevede il pagamento di un piccolo stipendio ai cittadini italiani senza lavoro ma impegnati a trovarlo. Il sistema prevede anche un apparato di operatori con il compito di aiutare chi è registrato per il reddito a trovare un impiego.
Il Reddito di Cittadinanza, sebbene non possa essere detto un totale fallimento, non è andato secondo i piani. Innanzitutto, a causa delle troppe richieste, quasi 150 mila più del previsto, i beneficiari si sono visti dare circa 500 euro al mese, contro i quasi 800 promessi. Per mantenere in piedi la struttura, attiva da inizio 2019, sono stati stanziati 1,8 miliardi di euro annui.
Un problema non da poco sono state le falsificazioni al fine di ottenere l’idoneità per il Reddito di Cittadinanza. La Guardia di Finanza ha scoperto circa 56 mila beneficiari illegittimi.