Un maestoso grattacielo di centottantacinque metri, costato all’incirca 1.3 miliardi di euro, svetta accanto alla riva destra del fiume Meno. Al 40esimo piano Mario Draghi sta facendo gli scatoloni.
In diverse fasi è stato lui il policy maker più importante d’Europa, capace di gestire la peggiore crisi finanziaria dai tempi della Grande depressione del 1929, di decidere quanto denaro stampare ed influenzare i mutui bancari.
Il 1º Novembre 2011 è ufficialmente iniziata l’era Draghi e, fin dalla prima riunione, è stato chiaro il cambio di rotta: tagliare subito i tassi di interesse per stimolare l’economia.
Il Quantitative Easing
Nel gennaio 2015, il presidente uscente della BCE ha ufficialmente lanciato il Quantitative Easing: uno strumento di politica monetaria attraverso il quale la Banca Centrale è riuscita, con un piano da 1.110 miliardi di euro nel biennio 2015-2016, ad acquistare titoli degli Stati membri, al fine di aumentare la moneta in circolazione e ridurre i tassi di interesse garantendo maggiore facilità nell’accesso al credito. La BCE ha acquistato titoli per un totale di 2.600 miliardi di euro, cifra che rappresenta circa il 20% del PIL dell’UE.
I tassi sui depositi e il Tiering
Nel biennio 2014-2015 la BCE ha varato una nuova politica basata sul porre tassi negativi sui depositi volontari delle banche europee, intorno a -0.4%, penalizzando le riserve delle istituzioni finanziarie, al fine di rimettere il denaro in circolazione per incentivare gli investimenti. Tale situazione ha generato, per le banche, perdite per oltre 23 miliardi, di cui 7.5 miliardi solo nel 2018. Queste perdite sembrano favorire il Tiering, intervento che porterebbe ad aumentare il deposito della liquidità presso la Banca Centrale con un rialzo dei tassi ad un valore dello 0%.
Effetto Draghi
Com’è possibile notare dal rapporto annuale del 2017 rilasciato dalla BCE, l’economia ha attraversato 18 trimestri di crescita consecutivi, ed è cresciuta del 2.5%, valore al ribasso nel 2018 intorno all’1,8%. Questa è risultata la fase espansiva più vigorosa dell’ultimo decennio e la più estesa degli ultimi venti anni. La crescita ha fatto sì che l’occupazione aumentasse dell’1.6%, collocandosi al massimo storico, compensando la perdita di posti di lavoro registrata a seguito della crisi del 2008.
Per il futuro
Dal 1º Novembre 2019 potrà dirsi conclusa l’era Draghi. L’annuncio era già stato dato il 2 Luglio 2019, quando il Consiglio Europeo aveva designato Christine Lagarde, direttrice del FMI, a succedere il presidente italiano. L’avvocata francese sarà la prima donna al vertice dell’Eurotower di Francoforte, senza mai essere stata governatrice di una Banca Centrale. L’annuncio è stato accolto positivamente dai mercati, con Lagarde che intende proseguire la linea politica iniziata da Mario Draghi.