L’industria aerospaziale ha un problema: ci sono troppi rifiuti in orbita. Satelliti inattivi, pezzi di razzi, bulloni e frammenti metallici continuano indisturbati ad orbitare intorno alla Terra, mettendo in pericolo missioni attive e future. Questi oggetti viaggiano infatti a decine di volte la velocità del suono, quindi anche se fossero tutti di piccole dimensioni potrebbero comunque provocare seri danni a navicelle, satelliti e stazioni spaziali nel caso vi impattassero.
Le parole del direttore generale dell’ESA spiegano bene il problema:
«Immaginate quanto sarebbe pericoloso navigare nei mari se ogni relitto della storia galleggiasse sulla superficie dell’acqua»
Attualmente gli oggetti artificiali in orbita alla Terra sembrerebbero essere all’incirca 17852, di cui 1419 sono satelliti operativi. Ma questi numeri vengono messi in ombra da quelli riguardanti i rifiuti: 128 milioni di pezzi più piccoli di 1 cm, 900,000 tra 1 e 10 cm, 34,000 più grandi di 10 cm.
Primato europeo
Sono molte le soluzioni proposte, ma la prima che verrà veramente testata sarà una missione europea. L’ESA, l’agenzia spaziale europea, ha incaricato un consorzio di startup capitanato dalla svizzera ClearSpace di rimuovere dall’orbita una componente di un razzo italo-francese Vega. La missione si chiama ClearSpace-1 e partirà nel 2025, con l’obiettivo di liberare l’orbita terrestre di un adattatore per payload, rimasto nello spazio dal 2013, dal peso di 100 kg.
Un business indispensabile per il futuro
Nei prossimi anni ci sarà sempre più bisogno di missioni del genere, perché il settore spaziale è in forte crescita, e quindi ci saranno sempre più oggetti in orbita. Solamente SpaceX ha intenzione di creare una rete da 12,000 satelliti per fornire internet ad ogni angolo del pianeta, e non è l’unica a volerlo fare, visto che probabilmente sarà imitata da giganti come Amazon.
Se tutti i lanci del mondo venissero interrotti, il numero dei satelliti in orbita rimarrebbe lo stesso, ma questo non è valido per i rifiuti spaziali, perché continuando ad impattare tra di loro andrebbero a creare una vera patina intorno alla Terra, con il serio rischio di impedire qualsiasi futura missione.
La nascita di un interno settore dedicato a questa attività è quindi inevitabile.