Da lunedì 16 marzo sempre più aziende stanno sospendendo di loro iniziativa la produzione nei loro impianti in Europa. Fra i motivi principali della scelta c’è, in particolare, il crollo della domanda a causa dell’emergenza coronavirus. Tuttavia, in molti casi, c’è la volontà di salvaguardare la salute dei dipendenti, su spinta dei sindacati. Nel frattempo, invece, in Cina le fabbriche stanno riaprendo una dopo l’altra. Dei 33 stabilimenti della Volkswagen, ad esempio, il 17 marzo 2020 ne sono stati riattivati già 31. Alla base del fenomeno c’è da una parte la misura italiana che obbliga alla chiusura, almeno fino al 25 marzo, tutte le attività commerciali che non si occupano di beni o servizi di prima necessità, misura che sarà probabilmente seguita a breve anche da altri Stati europei. Dall’altra, c’è il drastico crollo nella fiducia dei consumatori, che sono restii a spendere durante un periodo di estrema incertezza.
Le aziende automobilistiche
FCA ha deciso di sospendere i lavori nella maggior parte delle sue fabbriche europee almeno fino al 27 marzo. Chiuderanno gli stabilimenti di Melfi, Pomigliano, Cassino, Mirafiori e Grugliasco, in Italia, di Kragujevac in Serbia e di Tychy in Polonia. Inoltre, dovranno rimanere a casa anche i lavoratori della Ferrari, sempre parte del gruppo FCA, di Maranello e Modena. La celebre azienda italiana di auto sportive ha anche deciso di riascuistare (buy-Back) parte delle sue azioni dai mercati finanziari, per un valore complessivo di 499 milioni di euro. Le Borse non hanno preso bene la decisione di FCA, che dopo la pubblicazione della notizia ha perso il 10,51%, dovendo chiudere le contrattazioni in anticipo per eccesso di ribasso.
Volkswagen da venerdì 20 marzo chiuderà tutti i suoi stabilimenti europei, almeno fino al 3 aprile. Fino a venerdì la compagnia ridurrà progressivamente i lavori. La casa automobilistica tedesca conta ben 71 fabbriche in Europa. Fra le aziende di proprietà del gruppo Volkswagen si conta anche l’italiana Ducati, produttrice di moto sportive.
Anche PSA e Renault hanno annunciato la prossima chiusura delle loro fabbriche europee. La stessa cosa vale per la giapponese Yamaha, per quanto riguarda i suoi centri produttivi in Italia ed in Francia. Piaggio invece, azienda produttrice della famosa Vespa, ha riaperto dopo aver sospeso i lavori per tre giorni al fine di sanificare le strutture ed elaborare un nuovo protocollo igienico.
Il settore metalmeccanico
L’ondata di chiusure volontarie ha interessato in modo particolare il settore automobilistico. Il secondo posto, in tal senso, è delle aziende metalmeccaniche. Chiudono gli impianti di moltissime aziende, soprattutto genovesi, che si occupano della lavorazione dei metalli. Fra queste spiccano Fincantieri, Arcelor Mittal ed Ansaldo Energia. Inoltre, a Genova, sono state sospese da giovedì anche le attività della Traversa Riparazioni Navali, a seguito di forti pressioni da parte dei sindacati.
Leonardo
A casa anche i dipendenti dell’azienda aereospaziale e militare italiana Leonardo ma solo per due giorni, dal 16 al 17 marzo. La sospensione è stata finalizzata a sanificare le strutture aziendali ed a elaborare nuove norme per i lavoratori in termini di igiene. Dal 18 marzo almeno fino al 25, rende noto la società, le attività saranno molto ridotte, per evitare l’affollamento all’interno delle fabbriche. Il piano della Leonardo per il coronavirus sarà definito in stretta collaborazione con i sindacati.
Le altre aziende
In Lombardia, epicentro dell’epidemia in Italia, chiude una costellazione di aziende piccole e grandi. Fra di esse spiccano i nomi di Brembo e Tenaris. Luxottica, la florida società guidata e fondata da Leonardo Del Vecchio, uomo più ricco d’Italia nel 2019 secondo Forbes, sospende i lavori dal 16 al 18 marzo, come per altri casi al fine di sanificare gli stabilimenti e definire le linee guida per l’igiene sul lavoro.
La compagnia francese produttrice di pneumatici, Michelin, sospende la produzione in Europa negli stabilimenti di Italia, Spagna e Francia dal 16 marzo. Il blocco durerà almeno fino al 22. Magneti Marelli, invece, chiuderà solo, sempre dal 16, fino al 18 marzo.
Il quadro generale
In Italia con le nuove sospensioni volontarie, non imposte da nessun provvedimento legale, degli stabilimenti produttivi si contano circa 3 milioni di lavoratori in più a casa. Quelli che ancora devono recarsi in azienda per lavorare sono intorno agli 8 milioni.