La guerra all’evasione è uno degli argomenti centrali dei dibattiti politici che sono nati con il nuovo esecutivo, il quale ha rafforzato l’obbligo da parte dei commercianti di garantire pagamenti attraverso metodi alternativi al contante (carte di credito, bancomat, o carte prepagate) per non cadere in pesanti sanzioni, oltre nuove iniziative inserite nel decreto fiscale che prevedono il carcere da 4 a 8 anni per soggetti che evadono una somma non inferiore a 100 mila euro.
La guerra all’evasione è frutto, oltre che di una volontà di giustizia sociale, della necessità di garantire che tutti siano a pagare, e non solo quella minima parte di popolazione, in modo tale da diminuire la pressione fiscale, ed al tempo stesso aumentare il gettito, spesso danneggiato a causa dell’economia non osservata.
Cos’è l’economia non osservata
L‘economia non osservata viene definita come l’insieme di attività economiche che prendono parte alla formazione del prodotto interno lordo ufficialmente osservato, ma che non possono essere tassate dal momento che non sono di fatto registrate. Tali operazioni economiche non dichiarate possono essere attività produttive legali, o anche attività produttive illegali, come nel caso del riciclaggio di denaro; possiamo parlare infatti di economia informale (attività e rapporti di lavoro che si fondano su relazioni familiari), economia illegale (attività che sono proibite dalla legge), e sommerso statistico (attività produttive legali che non vengono registrate a causa di problematiche legate alla mancanza di informazioni).
Euroistat e Istat stimano l’economia illegale prendendo in considerazione principalmente tre attività: prostituzione, traffico di stupefacenti e contrabbando di tabacco.
In Italia
L’economia non osservata nel belpaese vale più di 200 miliardi all’anno del PIL. A causa dell’evasione fiscale, l’Italia ogni anno subisce una perdita di gettito fiscale di circa 107 miliardi, soldi che in un anno potrebbero finanziare buona parte della sanità pubblica.
Passi in avanti sono stati fatti con politiche che hanno posto attenzione alle transazioni elettroniche ed alla tracciabilità, ma è certo che il problema non verrà risolto fin quando i nostri governi continueranno ad offrire soluzioni alternative come il “saldo e stralcio” e la pace fiscale, condoni che fanno tutt’altro che combattere l’evasione.
I settori in cui ci sono maggiori transazioni non registrate, sono quello del commercio, delle costruzioni e dei trasporti, con una concentrazione del fenomeno principalmente al Sud: è possibile passare infatti dal 10,7% del valore medio della città di Bolzano, al 21,2% della Calabria.