Secondo un recente studio dell’Unione Europea si è ridotto il cosiddetto VAT tax gap, ovvero la differenza tra gli introiti che provengono realmente dalla principale tassa sui consumi, rispetto a quelli presunti.
Infatti, nel 2017 questo valore si è fermato in termini assoluti a 137 miliardi di euro. Può sembrare un valore elevatissimo ma comparandolo a quello degli anni precedenti non lo è: nel 2016 tale cifra aveva un valore di circa 146 miliardi di euro e nel 2015 era addirittura aumentata a 152 miliardi.
Il trend quindi riporta una diminuzione della frode un po’ in tutta Europa, anche in Italia.
Il Bel Paese riesce comunque a mantenere il triste primato in termini assoluti di 33,5 miliardi di euro evasi.
Nonostante ciò va ricordato che nel 2013 questo valore si attestava a 40 miliardi, quindi ben superiore.
In termini relativi, il paese con la maggior percentuale di evasione invece è la Romania con un 36% di mancate entrate da questa imposta.
Il trend positivo è sicuramente una notizia vantaggiosa ma in ogni caso non si può negare la reale incapacità dell’UE nel controllare con precisione l’entrata dell’imposta.
Sicuramente occorreranno riforme in grado di porre fine a questa frode ma ad oggi non sono previste delle riforme reali e attuabili, ma solamente delle proposte che vengono discusse saltuariamente.