France Télécom, oggi conosciuta come Orange, è una delle più grandi compagnie di telecomunicazione al mondo. Tra il 2008 e il 2009 si sono registrati numerosi casi di suicidio tra i dipendenti della società, e venerdì, a circa 10 anni di distanza dai fatti, l’amministrazione e la compagnia stessa vengono condannati per aver abusato dei propri dipendenti.
In particolare i casi analizzati che hanno portato alla condanna sono stati 39, comprensivi di 19 dipendenti che si sono tolti la vita e 12 tentativi di suicidio.
L’ex amministratore delegato, Didier Lombard, dovrà scontare un anno di carcere, mentre la compagnia dovrà pagare una multa da 75,000 €. Si tratta di una cifra bassa se confrontata con le enormi dimensioni di Orange, che nel 2018 ha fatturato 41 miliardi, ma è comunque il massimo dell’importo previsto.
È la prima volta che in Francia un esecutivo viene ritenuto penalmente responsabile di strategie abusive anche senza essere entrato in diretto contatto con i dipendenti in questione.
I suicidi e i tanti casi di depressione derivano dalle strategie di riduzione personale di France Télécom, con le quali sono stati tagliati 22,000 posti di lavoro, e dal comportamento delle persone coinvolte. L’amministrazione si era difesa al tempo, e ancora oggi continua a farlo, spiegando che il tutto era necessario affinché la società potesse sopravvivere ed evitare la bancarotta dopo la privatizzazione del 2004.
Molti dipendenti si sono tolti la vita sul posto di lavoro, e non sono mancate le lettere d’addio che condannavano la società, spiegando, tra le varie, come siano stati costretti a cambiare città più volte per non essere licenziati.
Lombard è stato costretto a dimettersi nel 2010, qualche mese dopo che i suicidi sono diventati protagonisti di vari articoli di giornale.