Google annuncia, attraverso un post sul proprio blog, l’acquisizione di Fitbit, leader nella produzione di dispositivi indossabili per il fitness.
Con questa ennesima operazione di acquisizione il Colosso di Mountain View diventa competitivo nel mercato degli smartwatch, nonostante avesse già investito da tempo milioni di dollari per sviluppare questo settore ma con scarsi risultati. Apple stessa, che occupa già la posizione di dominio con i suoi Apple Watch, era in lizza per l’affare. Facebook invece avrebbe presentato una offerta pari a circa la metà di quella dei rivali perciò non sufficiente a battere la concorrenza degli altri colossi della tecnologia.
L’accordo di acquisto vale circa $2,1 miliardi, infatti Google ha presentato un’offerta di $7,35 ad azione con un premio del 19% su prezzo di chiusura di giovedì.
L’operazione si chiuderà definitivamente nel 2020.
Intanto il titolo Fitbit ha registrato un +16% in borsa dopo l’annuncio, mentre Alphabet (la controllante di Google) ha registrato un lieve aumento.
Fitbit nasce nel 2007 dall’idea di James Park ed Eric Friedman di combinare sensori e tecnologia wireless in un dispositivo indossabile per monitorare fitness e salute. Ha venduto più di 100 milioni di dispositivi con più di 28 milioni di utenti attivi. Quest’anno ha raggiunto ricavi per quasi $600 milioni (in attesa dei dati per il terzo trimestre). È curioso pensare che la società abbia rischiato di fallire almeno sette volte, secondo quanto dichiarato dai fondatori, prima di entrare in un accordo miliardario.
“Google è il partner ideale per portare a termine la nostra missione”, ha detto il co-fondatore di Fitbit e ceo James Park.
“Grazie alle risorse di Google e alla sua piattaforma globale, Fitbit sarà in grado di accelerare l’innovazione nel campo degli oggetti connessi, realizzare maggiori economie di scala e rendere gli strumenti sanitari ancora più accessibili a tutti”.
L’acquisizione però preoccupa il Garante della Privacy Antonello Soro, poiché il risultato di questa operazione è una grossa concentrazione di informazioni personali degli utenti in mano a pochi colossi del web.
Soro ha dichiarato in un’intervista all’Agi che:” Il controllo di un così grande patrimonio informativo produce – come nel caso degli altri giganti del web – un potere abnorme nella disponibilità di pochi soggetti privati che incide negativamente sulla tenuta delle democrazie nel pianeta”.
Google ha risposto a tali critiche sottolineando l’ottima reputazione che ha Fitbit in termini di protezione di dati.