Brian Chesky, CEO e co-fondatore di Airbnb, ha annunciato tramite il suo profilo Twitter che vivrà in alloggi presenti sulla piattaforma, diventando così un “nomade digitale”.
I nomadi digitali
Sono individui che sfruttano le tecnologie digitali per svolgere il loro lavoro a distanza, conducendo uno stile di vita nomade in viaggio per il mondo. Con l’affermazione dello smart working e del lavoro ibrido, sono sempre di più coloro che non hanno la necessità di recarsi in ufficio quotidianamente. Oggi con il lavoro a distanza, milioni di persone possono vivere ovunque nel mondo. Dal 2020 al 2021 la percentuale di prenotazioni a lungo termine su Airbnb, per condurre uno stile di vita nomade è cresciuta dal 9% al 12%.
I visti
La società di consulenza Global Workplace Analytics prevede che il 70% della forza lavoro lavorerà da remoto almeno cinque giorni al mese entro il 2025. Questa tendenza ha spinto più di 35 nazioni ad offrire un visto per nomadi digitali, che permette un soggiorno più lungo rispetto ad uno turistico. Il primo Paese al mondo è stato l’Estonia nel giugno 2020. L’Italia invece ancora non ne ha adottato uno.