Giovedì 8 ottobre 2020 il Parlamento Europeo ha promosso una risoluzione sulle garanzie per i giovani. In particolare si tratta di una serie di raccomandazioni fatte agli Stati Membri e alla Commissione europea circa le leggi che riguardano gli stage, gli apprendistati e i tirocini.
Infatti, circa 10 giorni fa è iniziata a circolare la notizia che l’UE avesse vietato i tirocini gratuiti. Peccato che non sia andata proprio così. Svolgendo un po’ di fact-checking è possibile capire che purtroppo le risoluzioni siano delle indicazioni sì importanti, ma che non si traducono in maniera automatica in legge.
In ogni caso è un provvedimento molto rilevante perché per la prima volta si condannano i tirocini gratuiti e si richiedono leggi precise al riguardo.
La disocupazione giovanile in Italia e in Unione Europea
La richiesta nasce da un problema europeo già importante e aggravato dalla pandemia: la disoccupazione giovanile. In UE, il 17,6% dei giovani tra 15 e 24 anni è disoccupato, quindi cercano lavoro senza trovarlo e non studiano. In Italia la situazione è peggiore con una disoccupazione giovanile del 32,1% (fonti: ISTAT e Eurostat).
Inoltre, in Italia abbiamo anche il 19,4% dei giovani tra i 15 e 24 anni inquadrato negli inattivi (o NEET), persone che non studiano, non si stanno formando e che non cercano lavoro. Ad aggravare il quadro, il dato fornito da ISFOL e Repubblica degli Stagisti che indica al 52% la quota di tirocini non retribuiti in Italia. Più della metà.
Tirocini curriculari e extracurriculari
Ad oggi si distingue tra tirocini curriculari ed extracurriculari, dove i primi riguardano i lavori che rientrano nei percorsi di studio (come quelli svolti tramite l’università). Alcuni sostengono che i primi siano pagati in termini di formazione e non necessitino di altro, quindi bisognerebbe concentrarsi solo sui secondi. I secondi dal canto loro spesso perdono la loro funzione formativa e restano solo contratti a basso costo.
Infatti, quando si assume un NEET è possibile coprirne i costi con i fondi europei della Garanzia Giovani. Quindi, al momento, in UE esistono 20.000 tirocini per professioni non qualificate come la consegna merci e i servizi di pulizia o custodia. Buoni per l’occupazione ma non molto formativi.
La Risoluzione a garanzia dei giovani
La Risoluzione colpisce proprio i due punti sopracitati: chiede alla Commissione Europea e agli Stati Membri di promuovere leggi che garantiscano uno stipendio e un piano formativo preciso per stage, tirocini e apprendistati.
Per alcune società il tirocinio e l’apprendistato vengono visti come un doppio costo: lo stipendio dato al dipendente e il costo della formazione. La formazione infatti farebbe sì che il dipendente non porti valore e in più stia richiedendo l’attenzione di figure più esperte, distogliendole dai loro compiti.
La facile obiezione a tale idea è che si sta investendo in una figura professionale che porterà ancora più valore in un secondo momento. Risposta che non sembra soddisfare alcuni imprenditori che lamentano la possibilità di perdere il dipendente formato a favore di altre aziende. Tanto vale pagarli di meno in prima battuta.
Sembrerebbe un tema destinato a molte altre discussioni, perché ora dovrà essere affrontato dall’organo esecutivo dell’UE, la Commissione europea, o dai singoli Stati Membri.