A causa della carenza di autisti e camionisti, in Inghilterra stanno sorgendo molteplici problemi nella catena logistica per i beni di prima necessità.
La scarsità di conducenti che da settimane ha ridotto le consegne di prodotti alimentari verso supermercati e ristoranti avrebbe colpito anche i distributori di benzina.
I grandi gruppi come Esso e BP hanno dovuto chiudere numerose aree di servizio nonostante le rassicurazioni del Governo, provocando code chilometriche e proteste dei cittadini.
Si stima che il Regno Unito sia a corto di circa 100 mila autisti. La situazione si è aggravata negli ultimi anni a causa della pandemia e della Brexit, la quale ha costretto il rientro a casa di molti lavoratori.
Il Governo ha annunciato un piano per rilasciare visti temporanei per 5.000 camionisti stranieri, ma i leader aziendali hanno avvertito che il provvedimento è una soluzione a breve termine e non risolverà un granchè la problematica.
La crisi energetica
Secondo le stime, questa situazione darà probabilmente un nuovo impulso alla crescita dell’inflazione.
È da sottolineare che la crisi energetica e gli incrementi dei prezzi delle materie prime hanno provocato non solo un aumento dei prezzi delle bollette, ma anche della benzina in tutti i principali paesi europei. In Italia quest’ultima è addirittura salita ai massimi da sette anni a questa parte.
Secondo la Coldiretti l’aumento è destinato a contagiare l’intera economia. Se salgono i prezzi del carburante, si riduce il potere di acquisto degli italiani, mentre aumentano i costi per le imprese. A subire gli effetti è anche l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere dal 30 al 35% sul totale.