Il colosso americano della “carne non carne”, Impossible Food, sogna in grande e punta al mercato più ostico di tutti, quello europeo. Ostico proprio a causa della stringente regolamentazione in materia di prodotti derivanti da organismi geneticamente modificati, restrizione non presente nel mercato statunitense.
Verso il mercato europeo
Impossible Food, mediante richiesta ufficiale alla Commissione Europea per la sicurezza alimentare, vuole a tutti i costi ottenere l’autorizzazione ad esportare i suoi hamburger vegetali sul suolo europeo. L’azienda non vuole rimanere indietro rispetto al suo competitor diretto, Beyond Meat, che è già presente sul mercato italiano ed in molti altri paesi europei.
Il mercato di Impossible Food e la crescita del settore
Per Impossible Food si conta già una presenza importante sul mercato asiatico, da Singapore a Macao. La crescita sembra inarrestabile per un business come quello della “carne vegetale”, che si stima possa raggiungere il 10% dell’intera produzione di carne su scala globale entro il 2040.
L’autorizzazione da parte della Food and Drug Administration USA
Il punto di caduta riguarda proprio l’ingrediente “segreto” che caratterizza gli hamburger vegetali: la leghemoglobina di soia. Questa, essendo ottenuta in laboratorio, porta ad identificare i prodotti commercializzati come OGM.
A luglio 2019 la Food and Drug Administration statunitense ha concesso il via libera all’utilizzo della proteina di soia in qualità di additivo colorante, aprendo la strada alla rivendita ufficiale nei principali negozi alimentari statunitensi. La concorrenza potrebbe fare molto male alla rivale Beyond Meat, che ha subito un crollo della quotazione fra agosto ed ottobre. Il prezzo per azione si è dimezzato rispetto a quella che era stata definita l’Initial Public Offering più promettente degli ultimi 2 decenni di Borsa.