Secondo l’ultimo rapporto dell’INPS al 2020 sono 318 mila le pensioni pagate a coloro che hanno smesso di lavorare prima del 1981, cioè quarant’anni fa. Numero che sale a 561 mila se si considerano le pensioni di invalidità, con ingenti conseguenze sul bilancio dello Stato.
L’epoca delle baby pensioni
Nel 1973 il Governo di Mariano Rumor inaugurò l’era delle baby pensioni, con un decreto che permetteva ai dipendenti pubblici di andare in pensione con 20 anni di contributi. Soglia che si abbassava a 14 anni, sei mesi e un giorno per le donne sposate con figli.
La possibilità di andare in pensione così presto venne via via estesa anche ai dipendenti del settore privato, e della possibilità usufruirono centinaia di migliaia di persone.
La pacchia durò fino al 1992, quando il Governo Amato riformò il sistema previdenziale, ma le cui conseguenze pesano ancora oggi sulle casse dello Stato.
I baby pensionati oggi
Secondo gli ultimi dati INPS sono 318 mila le pensioni che ancora oggi vengono pagate a chi, dopo anche meno di 20 di vita lavorativa, è andato in pensione prima del 1981.
L’età media a cui i cosiddetti baby pensionati hanno smesso di lavorare è tra i 41 e i 44 anni, a seconda del settore d’impiego, anche se la cronaca riporta casi più eclatanti come persone in pensione da quando avevano circa 30 anni.
Il numero di pensioni erogate da prima del 1981 sale a 561 mila se si considerano le pensioni di invalidità che, da una parte, erano un po’ più semplici da ottenere in quegli anni, dall’altra, quando motivate, hanno più probabilità anche oggi di dover essere corrisposte fin da quando la persona è più giovane.
In totale, si stima che le pensioni pagate regolarmente dall’INPS da prima degli anni ’80 continuano a costare allo Stato circa €7 miliardi l’anno.
Una lezione da imparare
Il danno è stato fatto e pare irrimediabile, tanto più ora che le persone in questione hanno raggiunto un’età per cui è ragionevole che siano in pensione.
Si spera almeno che l’Italia abbia imparato qualcosa da questo errore, visto lo strascico di conseguenze di sia sulle casse dello Stato che sulle prospettive delle nuove generazioni le quali, secondo l’OCSE, potrebbero andare in pensione a più di 70 anni.