Microsoft ha annunciato la definitiva dismissione del browser che ha fatto la storia: Internet Explorer andrà in pensione dal 15 giugno 2022.
La storia di Internet Explorer
Lanciato nel 1995, Explorer ha rappresentato il guanto di sfida di Microsoft verso l’unico browser di navigazione allora esistente, il Netscape Navigator.
La guerra tra i due è stata deliberata e a tratti goliardica come quando, al lancio di Explorer 4.0, alcuni membri del team di Microsoft portarono una gigantesca “e” simbolo di Explorer nel cortile di Netscape.
Pronta e altrettanto plateale la risposta di Netscape, che buttò a terra la “e” mettendovi sopra la mascotte del dinosauro di Mozilla.
Una lotta segnata anche da un contenzioso per antitrust contro Microsoft per il fatto che Explorer era collegato al sistema operativo Windows. Netscape, invece, procedette nel senso opposto creando il progetto no-profit Mozilla, che avrebbe poi dato vita a Firefox.
In quegli anni Microsoft ebbe comunque la meglo: entro il 2001, Explorer acquisì la quota di mercato del 90% nel mondo.
La guerra dei browser
Dal 2002 in poi si sono affacciati i concorrenti di fronte ai quali, gradualmente, Explorer ha dovuto arrendersi. Sul mercato sono entrati Firefox, Safari, Chrome e Opera, che sono oggi i browser più utilizzati al mondo. In particolare, non c’è storia oggi per la concorrenza a Google, che con Chrome copre una quota del 67% del mercato dei browser.
Il difficile addio a Internet Explorer
Ormai dal 2015, quando Microsoft Edge è stato lanciato, la società sponsorizza il nuovo browser come più efficiente e sicuro, e definisce Explorer una soluzione di compatibilità.
Eppure, l’addio a Explorer non è cosa tanto scontata. Infatti, secondo le stime di Microsoft le organizzazioni aziendali loro clienti hanno una media di 1678 legacy, cioè sistemi, app o programmi che poggiano tuttora su Explorer. Per questo motivo la società garantirà che in questi casi Explorer continuerà ad essere supportato, almeno fino al 2029.